Abbandona la pista: 71ennedi Meda travolto da una valanga

Meda – Un uomo di 71 anni, brianzolo e una donna di 29, francese, lottano tra la vita e la morte dopo essere stati travolti da due valanghe: una a Bormio, l’altra in Valgerola. Lui – E.B., residente a Meda, provincia di Monza e Brianza – è ricoverato per ipotermia nel reparto di terapia intensiva degli Ospedali riuniti di Bergamo, lei – S.F. – si trova invece al San Raffaele di Milano con una prognosi di ipotermia e politrauma. Illeso il marito, un francese, classe ’81, ora sotto shoc. E poi c’è una quarta persona: Gabriele Volontè, 29 anni , residente a Inverigo, provincia di Como, uscito incolume dalla massa di neve, ma travolto da una valanga di guai: sanzionato per non aver rispettato il divieto di fuoripista è stato arrestato con l’accusa di valanga dolosa, provocata a Bormio in concorso con l’anziano sciatore. A lui gli onori della cronaca: è il primo sciatore in Valtellina a finire in carcere con una simile accusa.

Domenica tragica – Bilancio pesante, non c’è che dire, per una domenica che prometteva guai anche solo a guardare il cielo, terso come non mai. Una giornata stupenda, caratterizzata da inversione termica. Troppo caldo in quota. Troppo sole. E soprattutto tanta neve. Il primo allarme è scattato a Bormio alle 10 e 45. A quota 3000, nei pressi della pista Ferrari, una coppia di scialpinisti ha abbandonato il tracciato battuto per avventurarsi in una valletta. I due non sono passati inosservati ai militari della guardia di finanza che li hanno “puntati” in attesa di poterli sanzionare, una volta a valle. Il maresciallo capo Ivan Gabrielli e l’appuntato scelto Gianenrico Longo hanno visto tutta la scena: quei due puntini colorati si sono eclissati dietro a uno spuntone di roccia e più sotto è comparsa una nuvola di neve. Poco dopo è riapparso solo uno dei due sciatori che si è fermato pochi secondi, il tempo di armeggiare con il telefonino, rimettersi gli sci e precipitarsi a valle. In un attimo i finanzieri si sono resi conto di quello che doveva essere successo e hanno dato l’allarme avvisando la loro centrale operativa del 117 e quella del soccorso 118. L’elicottero si è così alzato in volo e ha portato sul posto le unità cinofile coordinate dal responsabile della stazione di Bormio del soccorso alpino, Luigi Confortola. E’ stato Willi, il golden retriever in servizio ieri alla base dell’elisoccorso di Caiolo a individuare per primo la vittima sotto la neve (era comunque dotata di Arva), ma ormai era trascorsa quasi mezz’ora e le condizioni di E.B. 71 anni, residente a Meda (MB), erano davvero preoccupanti. In arresto cardiocircolatorio, l’uomo è stato caricato in elicottero – a bordo il medico non ha mai smesso di rianimarlo – e trasferito a Bergamo, agli Ospedali riuniti, dove è stato ricoverato in prognosi riservata a causa della forte ipotermia.

L’arresto – Il 29enne comasco – Gabriele Volontè -, nel frattempo è stato raggiunto dai militari della guardia di finanza e accompagnato a Bormio 2000, negli uffici della polizia di stato. Si è così scoperto che i due scialpinisti erano già stati notati per le loro “prodezze”. L’anziano – addirittura – il giorno prima era stato sanzionato proprio dagli uomini della guardia di finanza che in poche ore avevano elevato 15 contravvenzioni per mancato rispetto della cartellonistica che vieta il fuoripista. Anche il trentenne è conosciuto in zona per la sua passione per il fuoripista. Entrambi gli sciatori sono degli habituée dell’Alta Valle – il 71 enne ha una casa a Isolaccia di Valdidentro – e sono stati più volte richiamati all’ordine, da chi la montagna la conosce bene. Nei confronti del 29enne prima è stata verbalizzata la multa, poi la denuncia a piede libero (la prima ipotesi di reato è stata quella di valanga colposa), ma via via che gli agenti acquisivano informazioni la posizione del giovane si è aggravata fino al fermo di polizia giudiziaria avvenuto in flagranza di reato. Il trentenne sarà tenuto anche a spiegare perché si è allontanato in fretta e furia dal luogo della tragedia. Stando alla versione fornita agli inquirenti pare si sia precipitato a valle perché in quella zona il cellulare non prendeva e quindi non riusciva a dare l’allarme. L’ipotesi di reato è quella prevista dall’articolo 426 del codice penale: valanga dolosa, reato punibile dai 5 ai 12 anni di carcere. Tradotto nella casa circondariale di Sondrio, il comasco sarà sentito nelle prossime ore dal Gip Pietro Della Pona che dovrà decidere se convalidare il fermo. Sia come sia, quel che già si può dare per scontato è che la notizia balzerà agli onori della cronaca nazionale, poiché di precedenti di questo genere non ne sono mai stati presi, almeno in Valtellina.