Monza: nuova terapia per il Parkinson all’Irccs San Gerardo

L'ospedale è tra i primi centri in Italia ad adottare la somministrazione sottocutanea di levodopa. Ecco come funziona.
Il personale di Neurologia del San Gerardo di Monza
Il personale di Neurologia del San Gerardo di Monza

È un nuovo farmaco che il mondo della scienza ha dichiarato molto promettente e viene inoculato grazie a un dispositivo per infusione continuativa: l’ospedale San Gerardo di Monza è uno dei primi centri clinici in Italia ha utilizzare il levodopa come terapia per la malattia di Parkinson.

Il primo impianto ufficiale per la somministrazione sottocutanea è del 27 gennaio, alla Clinica neurologica dell’Irccs. «La malattia di Parkinson è una patologia neurodegenerativa per la quale la terapia con
levodopa somministrata per via orale rappresenta tuttora il gold standard – afferma Carlo Ferrarese, direttore della Struttura complessa di Neurologia -. Nelle fasi avanzate, la malattia è caratterizzata dalle cosiddette fluttuazioni motorie, ovvero i blocchi motori o le discinesie», cioè movimenti involontari eccessivi degli arti o del tronco, «legate alle fluttuazioni dei livelli di levodopa nel sangue, nonostante la somministrazione più volte al giorno dei vari farmaci orali disponibili. La somministrazione sottocutanea continua di levodopa è una terapia all’avanguardia che permette una stimolazione dopaminergica più fisiologica e stabile, con conseguente riduzione delle fluttuazioni dei livelli di levodopa nel sangue».

Monza: come funziona la nuova terapia per il Parkinson

L’infusione viene effettuata tramite una micro-cannula collegata mediante un tubicino a un dispositivo portatile, aggiunge Laura Brighina, responsabile del Centro per la Malattia di Parkinson e disordini del movimento, che «rappresenta una tecnica sicura, efficace e facilmente attuabile. La somministrazione del farmaco viene regolata dal medico secondo diverse velocità di infusione a seconda dei sintomi del singolo paziente, monitorati mediante specifici dispositivi indossabili. Questa tecnica innovativa, permettendo l’eliminazione pressoché completa della terapia orale, determina un miglioramento significativo della qualità della vita sia del paziente che dei familiari. Abbiamo posizionato il primo dispositivo nel mese di gennaio riscontrando un ottimo controllo dei sintomi nella paziente, anche durante il riposo notturno, garantendone una migliore qualità di vita e una maggiore autonomia nelle attività della vita quotidiana».

Il centro specialistico, che conta anche sul medico Marco Piatti e sui sanitari in formazione, intende trattare altri pazienti di Parkinson in fase avanzata: saranno i neurologi del San Gerardo a individuare i pazienti candidabili alla terapia.