Le forze del centrodestra, che siedono in minoranza nel Consiglio comunale di Seregno, sono tornate a chiedere le dimissioni del sindaco Alberto Rossi, dopo il suo rinvio a giudizio da parte della procura della Repubblica di Monza, con le accuse di turbativa d’asta e turbata libertà nella scelta del contraente, in merito all’operazione di integrazione societaria tra Aeb ed A2A. Lo hanno fatto martedì 26 novembre, in coincidenza con la prima convocazione dell’assise locale all’indomani della novità giudiziaria, in una conferenza stampa, ospitata da una sala del palazzo municipale di via Umberto I.
Processo Aeb-A2A: l’affondo di Giacinto Mariani contro il sindaco ed il Partito democratico
«Nella conferenza dei capigruppo di ieri sera -ha spiegato in premessa Luca Tommasi, capogruppo di Forza Italia-, ci siamo detti disponibili a rinunciare a discutere le interrogazioni, chiedendo di sommare l’ora che solitamente viene loro dedicata a quella delle comunicazioni, per poter sviscerare nel migliore dei modi l’argomento del rinvio a giudizio, dopo la comunicazione relativa del sindaco. Abbiamo chiesto di ampliare a dieci minuti a testa la possibilità di intervento, con repliche di due minuti ciascuno e chiusura finale del primo cittadino. Susanna Ronchi, capogruppo di Cambia Seregno, ed Agostino Silva, capogruppo di Scelgo Seregno, sono apparsi disponibili, mentre Patrizia Bertocchi, capogruppo del Partito democratico, si è riservata una risposta. Oggi la risposta è arrivata, ma non è stata il sì che ci aspettavamo. Abbiamo avuto l’impressione che la maggioranza volesse mercanteggiare su modalità e tempi. Per questo, abbiamo optato per la conferenza stampa». Il capogruppo leghista Giacinto Mariani è andato quindi all’attacco: «Non portiamo avanti battaglie personali legate al passato, perché non ci muove un sentimento di rivalsa. Il sindaco sta cercando di farsi passare da vittima sacrificale, ma è stato lui a creare un macello. Noi avremmo potuto fare come loro nel 2017, facendo arrivare persone da Desio ed andando a protestare sotto il municipio. Ma abbiamo scelto diversamente. Il Partito democratico ha premiato Rossi con un incarico in Anci, quando invece avrebbe dovuto sollecitargli un passo indietro, a tutela della dignità della città e del Consiglio comunale».
Processo Aeb-A2A: i pareri delle forze che siedono in minoranza
Analoghe sono state le considerazioni di Samuele Pallavicini, capogruppo di Fratelli d’Italia: «Secondo noi, sarebbe stato logico concentrare in Consiglio comunale gli interventi. Dopo la disponibilità di due suoi esponenti, la maggioranza ha però deciso di recepire supinamente le indicazioni del Partito democratico. La verità è che la maggioranza non vuole discutere l’argomento, nascondendo la polvere sotto il tappeto. Rappresenta un unicum che un Comune si sia costituito in giudizio contro il sindaco che lo amministra. Il sindaco dice di aver agito nell’interesse della città, ma i periti parlano di un danno di 60 milioni di euro per Aeb, mentre la delibera non è mai stata inviata all’Anac, come aveva chiesto di fare l’avvocato Bernardo Mattarella». Il giro ha poi coinvolto gli altri consiglieri. Il leghista Edoardo Trezzi, segretario di sezione, ha evidenziato che «a parti invertite, oggi non sarebbe nemmeno stato possibile fare il Consiglio comunale», mentre la sua collega Elisabetta Viganò ha sottolineato che «anche in Consiglio provinciale abbiamo chiesto le dimissioni del consigliere Rossi», richiesta che però è stata respinta. Laura Valtorta di Fratelli d’Italia ha rimarcato che «siamo consapevoli che un rinvio a giudizio non sia una condanna, ma il protrarsi della situazione rischia di minare il buon governo della città». Giuseppe Azzarello, altro rappresentante di Fratelli d’Italia, ha ricordato che «tutti togliamo tempo alle nostre famiglie con la politica, ma nessuno ci obbliga a farlo. Quando ricopriamo un incarico, dobbiamo essere inattaccabili. Chiediamo al sindaco dimissioni che dovrebbero essere scontate sotto il profilo etico e morale». Infine, ancora Luca Tommasi ha rammentato «il silenzio assordante sulla possibile rinuncia alla prescrizione». Sul tema, le minoranze domanderanno la convocazione di un Consiglio comunale entro venti giorni ed un incontro al prefetto Patrizia Palmisani.
Processo Aeb-A2A: il sindaco interviene in un velocissimo consiglio comunale
In contemporanea alla conferenza stampa delle forze di minoranza, si è svolta martedì 26 novembre una delle sedute più veloci nella storia del Consiglio comunale di Seregno, durata meno di una ventina di minuti. Aprendo i lavori, il sindaco Alberto Rossi ha comunicato ai consiglieri di maggioranza, i soli presenti tra i banchi, il rinvio a giudizio suo, dell’assessore Giuseppe Borgonovo, del segretario comunale Alfredo Ricciardi e di altre tre persone coinvolte nell’operazione tra Aeb ed A2A. «Ci sono ancora da metabolizzare le sensazioni di dispiacere ed arrabbiatura -ha spiegato-, convinto come sono che la situazione sia ingiusta. Le scelte sono sempre state fatte per il bene della città, avvalendoci di esperti qualificati in ogni fase. Ho la certezza di essere in pace con la mia coscienza. C’è poi la compattezza granitica della squadra, che ogni giorno, tra mille fatiche, porta a casa un pezzetto di bene. E c’è l’affetto che la città mi dimostra, come aveva già fatto un anno fa, in occasione delle elezioni, per giunta quando ero accusato anche di corruzione, accusa che oggi è sparita». Agostino Silva, capogruppo di Scelgo Seregno, ha poi ribadito la vicinanza della coalizione al primo cittadino ed all’assessore Giuseppe Borgonovo, «che sosteniamo con stima nel lavoro al servizio della città». Un lungo applauso rivolto dai consiglieri al sindaco ha quindi chiuso il capitolo, prima della discussione e dell’approvazione di una variazione di bilancio.