Crisi di governo, Corbetta (5 Stelle): “Noi compatti con Conte”

Il senatore Gianmarco Corbetta, "abbiamo avanzato una serie di domande su temi coerenti con il nostro programma e attendiamo ancora le risposte"
Gianmarco Corbetta

Non hanno votato il decreto Aiuti però guardano alle elezioni anticipate come la peggiore delle ipotesi. È il dilemma in cui si sono attorcigliati molti esponenti del Movimento 5 Stelle: nonostante giovedì abbiano provocato la crisi di Governo ora auspicano che Mario Draghi ritiri le dimissioni. «È vero – afferma il senatore Gianmarco Corbettache il presidente del Consiglio è stato netto, ma quattro giorni in politica rappresentano un’era geologica. Oggi tutto conduce al voto ma entro mercoledì potrebbero accadere tante cose: vedremo».

Crisi di governo, Corbetta: “Non abbiamo posto una questione di poltrone”

Fosse per lui scarterebbe immediatamente la possibilità di andare alle urne in autunno: «Penso – spiega – che affrontare i mesi di settembre e ottobre con un governo non nella pienezza delle sue funzioni sia un azzardo a causa della situazione del Paese: pochi giorni fa abbiamo assistito al tentativo dei taxisti di assaltare Palazzo Chigi ed episodi del genere potrebbero ripetersi. Credo che Draghi dovrebbe valutare questi elementi e penso che starà ricevendo molte pressioni: in tanti staranno cercando di convincerlo a tornare sulla sua decisione». Il parlamentare brianzolo respinge le accuse di irresponsabilità rivolte ai pentastellati da tutte le altre forze della maggioranza: «Non abbiamo – replica – posto una questione di poltrone, non abbiamo chiesto rimpasti e non abbiamo nemmeno tolto la fiducia al Governo in quanto alla Camera l’abbiamo accordata. Al Senato, però, per la particolarità del meccanismo non abbiamo partecipato alla votazione. Noi abbiamo avanzato una serie di domande su temi coerenti con il nostro programma e attendiamo ancora le risposte».

Crisi di governo, Corbetta: “Non siamo in un sultanato in cui decide solo uno”

Uno dei punti cruciali riguarda il super bonus 110%: «Dopo le modifiche apportate – dice – ci sono 55.000 posti di lavoro a rischio e migliaia di famiglie che non sanno dove sbattere la testa perché le banche non accettano più la cessione del credito. Non siamo in un sultanato in cui decide solo una persona: aspettiamo di sapere come il presidente del Consiglio intenda affrontare le emergenze del Paese. Se sarà pronto a mettere sul tavolo i problemi che abbiamo sollevato» potrebbero rimanere in maggioranza.
La base del Movimento, aggiunge, ha condiviso lo strappo in quanto «ha vissuto come una camicia di forza la permanenza in questo Governo» giustificata dalle tante crisi che logorano l’Italia. Giuseppe Conte, in ogni caso, non pare essere in discussione: «Gli attivisti – conclude Corbetta – sono sempre stati compatti attorno a lui e non ci sono disallineamenti nemmeno ora».