Un patto per mettere in chiaro prezzi e sconti, coccolare il turista e fidelizzarlo anche dopo Expo 2015. È quello sottoscritto a Milano da Comune, associazioni di categoria e dei consumatori e che ora le stesse associazioni brianzole vorrebbero venisse replicato anche a Monza. Si chiama “Patto per Expo” e contiene una serie di “best practise” che consentono al settore ricettivo e dei servizi d’offrire la propria “faccia migliore”.
Si va dall’invito ad esporre vetrofanie o totem con il logo che simboleggia l’adesione al Patto, alla trasparenza nell’esposizione dei prezzi, all’accortezza di prevedere un “menù Expo ” e uno per bambini. Indispensabili risultano, poi, servizi igienici accessibili, listini e menù tradotti in più lingue, garanzia della lingue inglese tra il personale e promozione di prodotti dell’eccellenza lombarda.
Agli artigiani che offrono servizi alla persona sono richiesti uno sconto del 5% sui prodotti di vendita, servizi “su misura” in funzione delle diverse etnie e fornitura di consulenze gratuite d’immagine per gli acconciatori.
Nelle strutture di vendita, il Patto chiede di favorire la connettività wireless così come di dotarsi del “sacchetto del turista Expo” e di mettere a punto calendari e fasce orarie di apertura coerenti con un servizio ottimale al flusso di turisti. Nessun esercente o artigiano potrà poi esimersi da una particolare attenzione alla pulizia e al decoro, specie nelle aree esterne, e dal veicolare informazioni sull’Esposizione attraverso depliant e sito internet.
«Si tratta d’un decalogo di norme per l’auto disciplina degli esercenti – commenta Carlo Alberto Panigo, presidente Unione commercio Monza – in grado di portare benefici agli stessi esercenti e all’intero territorio non solo nei 6 mesi di Expo ma anche dopo l’evento. Per questo, siamo favorevoli al fatto che venga adottato anche da Monza, in questa veste o con le dovute modifiche. Perché la trasparenza e i piccoli accorgimenti sono il primo tassello per farsi ricordare con piacere dal cliente».
«Abbiamo inviato una lettera al presidente della provincia di Monza e una al sindaco del capoluogo per spingerli ad adottare anche nel nostro territorio il Patto – fa eco Marco Accornero, segretario Unione artigiani – E il motivo è semplice. Basti dire che il nostro Ufficio studi stima che Expo porterà in Brianza un giro d’affari di 70 milioni di euro».
«I nostri imprenditori sanno che solo operando onestamente – evidenzia Giovanni Barzaghi, presidente Apa Confartigianato – possono dare di sé e del territorio l’idea di quella grande culla di creatività che ha reso il nostro artigianato famoso nel mondo».
Infatti, «non siamo un territorio ad alto rischio di truffe o evasione – ribatte Davide Zanon, segretario regionale Codici – ma “esportare” anche a Monza il Patto e tenere sotto controllo il suo effettivo rispetto è fondamentale. Non per nulla, l’ultima ricerca che abbiamo condotto sugli aumenti dei prezzi negli alberghi milanesi in vista di Expo ci ha messo davanti a dati allarmanti. E Monza non è certo immune da queste forme scellerate di rincari».
Il Patto però nasce proprio per cercare di mettere al riparo i turisti da questo pericolo.