Lasciarsi alle spalle i difficili giorni di lotta aprendo un’attività in proprio. È la storia di Carmine Granato, uno degli “esuberi K-Flex”, lasciato senza lavoro lo scorso maggio dall’azienda roncellese. La nuova avventura del 62enne cornatese ha preso il via venerdì con l’inaugurazione del ristorante-pizzeria Spaccanapoli in via Silvio Pellico a Colnago.
Il ricordo dei giorni di presidio è però sempre vivo. Sul logo della nuova attività è infatti ben visibile la cifra 187, il numero dei dipendenti licenziati dall’azienda, e alla serata inaugurale sono stati invitati tutti i vecchi colleghi.
«Ci sentiamo spesso – racconta Carmine Granato – Io sono il primo ad avere aperto un’attività, qualcuno fortunatamente è riuscito a trovare un posto di lavoro (anche grazie all’aiuto di Matteo Moretti, uno dei nostri sindacalisti), per altri invece la situazione è ancora molto dura. Questa pizzeria è dedicata anche a loro: è la pizzeria della K-Flex».
Una scelta difficile, quella di aprire un ristorante, dovuta sì alla necessità ma frutto anche di una passione che arriva da lontano: «Ho lavorato gli ultimi 15 anni alla K-Flex e mi mancano solo 5 anni alla pensione. Ma da giovane ho frequentato la scuola alberghiera. Fino a 21 anni ho lavorato in alcune sale da ballo e sulle navi da crociera della Costa, poi invece ho preso una strada diversa. In questa attività verrà coinvolta tutta la famiglia. Per aprirla abbiamo investito i risparmi di una vita oltre ai soldi dell’accordo concluso con l’azienda che, tra l’altro, non sono ancora arrivati tutti. Ci stiamo mettendo molto impegno e fatica. Per questo ci auguriamo che vada tutto bene».
In questa nuova avventura Granato sarà affiancato dalla figlia Anna, dalla nipote Sara Criscuolo che si occuperà della cucina, e dal genero Ciro De Francesco che, oltre a essere socio dell’attività, sarà anche il primo pizzaiolo: «Il nostro sogno è quello di portare la vera pizza napoletana a Monza – spiegano – Per ora nasciamo come ristorante a conduzione famigliare ma l’obiettivo è quello di aprirne altri e arrivare a formare una catena».
Carmine non scorda comunque i vecchi colleghi: «Speriamo di riuscire a far funzionare questo locale per bene anche per creare dei posti di lavoro. Ovviamente il mio primo pensiero andrà innanzitutto agli amici con cui ho condiviso le estenuanti giornate al presidio. Da ex disoccupato vorrei aiutare altri disoccupati».