Tagli e investimenti ad Agrate e Brugherio: i piani industriali di Star e Candy

Tagli e investimenti nelle grandi industrie della Brianza. È quanto previsto dai piani presentati da Star e Candy mercoledì 10 febbraio ai rappresentanti sindacali: 65 esuberi annunciati ad Agrate Brianza, 350 confermati a Brugherio.
Uno sciopero dei lavoratori Star di Agrate Brianza
Uno sciopero dei lavoratori Star di Agrate Brianza Fabrizio Radaelli

Tagli e investimenti nelle grandi industrie della Brianza. È quanto previsto dai piani presentati da Star e Candy mercoledì 10 febbraio ai rappresentanti sindacali.

Ore di tensione quelle che dipendenti e sindacati hanno vissuto alla Star di Agrate Brianza. I timori degli ultimi mesi sono diventati nuovamente realtà: l’azienda ha annunciato ulteriori esuberi. Trentacinque dipendenti saranno tagliati prima dell’estate, entro il mese di giugno, e altri trenta saranno licenziati nei prossimi due anni, in scaglioni di dieci alla volta. All’annuncio i dipendenti hanno incrociato le braccia e, in corteo, sono scesi per strada improvvisando un corteo.


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«Ci troviamo di fronte alla mortificazione dei lavoratori – commenta Matteo Casiraghi, segretario generale della Flai Cgil – Il comportamento dei dirigenti è stato inaccettabile, vergognoso. Chiederemo l’intervento del Ministero e delle istituzioni. Che ci fosse poco lavoro era ormai noto, e infatti avevamo richiesto un piano industriale che aiutasse i lavoratori. Mai ci saremmo aspettati che invece si preparassero a mandarli a casa».

L’azienda, passata nel 2007 nelle mani della spagnola Gallina Blanca, da pochi mesi parte del gruppo GBfoods, continua così a svuotarsi. Ora, a lavorare negli oltre 200mila metri quadrati di capannoni sono rimasti in poco più di duecento. Dagli uffici di via Matteotti, però, rendono noto che a fronte dei tagli l’azienda ha intenzione di realizzare un investimento dal valore di 25 milioni di euro proprio per compattare gli spazi dell’unità produttiva, rendendola finalmente più adeguata alla forza lavoro presente. Il piano si chiama “Agrate Reborn”: «GBfoods stanzierà un investimento complessivo di 25 milioni di euro per l’innovazione delle linee e dei macchinari -scrive l’azienda – la razionalizzazione degli spazi e l’ammodernamento dell’assetto produttivo. Il progetto prevede di portare la produzione di brodo liquido nello stabilimento di Agrate una volta che Star potrà contare su una fabbrica moderna e sostenibile, in grado di affrontare le sfide future e assicurare la sua continuità. L’obiettivo è quello di consentire all’azienda di continuare ad essere protagonista del mercato food sia in Italia che all’estero». Ma a detta dei sindacati si tratterebbe di investimenti che potrebbero essere realizzati appena tra quattro anni, a partire dal 2019. Alla luce della nuova, “gravissima situazione” i sindacati hanno convocato una conferenza stampa per le 12 di giovedì 11 febbraio.

Candy non ridurrà i 350 esuberi allo stabilimento di Brugherio annunciati tempo fa. Il piano industriale si è rivelato quantomeno una delusione, se non una doccia fredda. Eppure i manager hanno affermato che la famiglia Fumagalli non intende smantellare la sede brianzola. Per cercare di mantenerla in vita l’azienda ha sposato le ricette elaborate da Porsche Consulting che per circa un mese ha scandagliato la fabbrica e l’attività delle linee di montaggio. Di rilancio però, a sentire i sindacati, non si parla: «Candy – spiega Paolo Mancini delle Rsu Cgil – intende contrarre i costi e far tornare il nostro sito in attivo».

Ecco allora che da Brugherio sparirà la produzione di lavatrici di alta gamma, che verranno realizzate in Russia e in Turchia, e rimarrà solo quella dei modelli base, meno complicati e meno costosi anche in termini di consumo di energia elettrica. Questi, hanno obiettato i rappresentanti dei dipendenti, garantiscono margini di guadagno minori; oltretutto, hanno aggiunto, altre ditte concorrenti stanno riportando in Europa l’assemblaggio degli elettrodomestici più accessoriati.

Gli operai brianzoli, hanno precisato i dirigenti, dovranno aumentare ulteriormente quella che è stata definita «efficienza». Sul piatto la famiglia Fumagalli metterà dai 15 ai 20 milioni di euro per investimenti. Quali investimenti, al momento, non si intuisce.

I licenziamenti non saranno imminenti: i lavoratori rimarranno in contratto di solidarietà almeno fino al 2018 e poi potrebbe scattare la mobilità. Nel prossimo biennio saranno pochi i neo pensionati in quanto l’età media è piuttosto bassa.

Mercoledì prossimo i sindacati si confronteranno con i dipendenti nel corso di un’assemblea poi contatteranno il Governo e la Regione.