L’azienda vuole tagliare 325 posti. E i lavoratori stanno cercando di opporsi da novembre, da quando la Verti assicurazioni, del gruppo spagnolo Mapfre, aveva annunciato gli esuberi. Per ribadire il loro “no” mercoledì prossimo, 9 marzo, sciopereranno con tanto di presidio da tenere a partire dalle 9.30, stavolta sotto la sede della Regione Lombardia.
Gli incontri tra sindacati e azienda per cercare di trovare una soluzione che attenui l’impatto occupazionale della decisione non hanno dato esito alcuno. «Ancora una volta -dicono le Rsa Fisac Cgil, First Cisl, Fna, Uilca i un comunicato- rigettiamo in toto il piano di ristrutturazione che l’azienda intende perseguire per imporre il suo nuovo modello produttivo nel quale inoltre, sempre secondo i suoi intenti, 114 lavoratori verrebbero “travasati” su base volontaria in aziende esterne, per fare le stesse attività che ora svolgono all’interno, ma con orario, salari e tutele drasticamente ridotti e senza alcuna tutela occupazionale. In nessun modo possiamo avallare questo progetto, che oltre a non essere giustificato da alcuno stato di crisi dichiarato, vedrebbe il completo annientamento di tutte le strutture di Contact Center interno e la drastica riduzione di tutti gli altri reparti».
Le proposte avanzate dall’azienda, una delle quali riguarda appunto il trasferimento ad altre aziende del settore a condizioni di gran lunga peggiori di quelle attuali, sono state respinte come inaccettabili.
Restano poi da chiarire anche le garanzie occupazionali e di condizioni di lavoro per i 280 lavoratori restanti: in tutto, infatti, gli attuali lavoratori Mapfre sono 605. Il caso Verti, purtroppo, segnalano i sindacati, non è isolato: la vicenda Zurich, con la cessione di 80 lavoratori ad un’azienda esterna (GamaLife) e la vicenda BNL, con l’espulsione di 900 lavoratori fuori dal perimetro del gruppo e del settore, confermano che si tratta di una pericolosa linea di tendenza. Si esternalizza per ridurre i costi. Occorre, insomma, affrontare la questione in termini più ampi, coinvolgendo tutto il settore..
«Ciò che si persegue -continua il comunicato- è un vero e proprio modello produttivo, dentro al quale, nei fatti, digitalizzazione e automazione dei processi lavorativi si affiancano a maggiore sfruttamento e salari da fame nelle strutture esterne». Nei prossimi giorni in relazione alla vertenza dovrebbe tenersi un incontro al quale parteciperebbe anche l’Ania, l’associazione nazionale delle società di assicurazioni.
La Verti ha sede a Cologno Monzese ma molte delle lavoratrici sono residenti in Brianza.