Braccia incrociate alla Star di Agrate Brianza.Giovedì 26 marzo i lavoratori scioperano e si riuniscono, manifestando per le vie del paese contro una strategia aziendale giudicata incapace di rilanciare il sito di via Matteotti, ridotto ormai al lumicino. La mobilitazione proseguirà venerdì 10 aprile, davanti alla sede di Confindustria a Monza, in concomitanza con il programmato incontro tra i sindacati e il gruppo spagnolo proprietario del marchio. La richiesta delle rsu è che anche Regione Lombardia e il Comune di Agrate Brianza si attivino, per le reciproche competenze, su questa vertenza.
Nel 2014 sono state utilizzate 25mila ore di cassa integrazione e 25 lavoratori sono stati collocati in mobilità. Oggi sono 250 gli addetti rimasti nei reparti agratesi e i primi sei mesi del 2015 faranno registrare un fermo della produzione per sette settimane e, per il tempo restante, la cassa integrazione ordinaria per un numero imprecisato di lavoratori, a fronte dell’avvenuta apertura della procedura da parte dell’azienda per un numero massimo di 180 persone, con inizio dal 30 marzo e fino al 26 giugno prossimo.
«Il nucleo della protesta è la rivendicazione, ancora una volta, di un piano industriale serio, concreto, di prospettiva, che inverta una situazione divenuta normalità da quando è subentrata la proprietà spagnola (2007, nda), costellata di microprocedure di mobilità e di ricorso alla cassa integrazione – ha spiegato Matteo Casiraghi, Flai Cgil -. In questa cornice si sono aggiunti, recentemente, alcuni elementi di novità che aggravano il quadro. Auspichiamo che nell’incontro del 10 aprile con la direzione del gruppo si riesca a impostare una discussione diversa, che apra a strategie industriali credibili per il sito storico di Agrate e per la presenza dell’azienda in Italia. Se non sarà così, metteremo in campo quanto necessario per far sentire la voce dei lavoratori».
Tra le novità negative c’è la riscrittura che l’azienda ha prodotto delle condizioni integrative del contratto, con richiesta ai lavoratori di abrogare gli accordi sindacali sui permessi. “Inoltre con il pretesto di risparmiare energia viene abbassata la temperatura lasciando al freddo nelle ore notturne e nei giorni di ripresa produttiva i lavoratori –si legge in un comunicato siglato dalle rsu- Siamo convinti che per dare un futuro industriale al sito di Agrate e una prospettiva ai 250 lavoratori dobbiamo invertire scelte aziendali basate solo sulla riduzione dei costi