Un’inchiesta, le richieste delle associazioni consumatori, la minaccia di sospendere le vendite. L’eco-scandalo che ha coinvolto la Volkswagen, partito dagli Stati Uniti, ha investito l’Europa. E l’Italia. Al centro della vicenda un software che permetteva di truccare i dati sulle emissioni di gas delle auto con motore diesel. Un caso che ha coinvolto 500mila auto negli States, di cui l’autorità per la protezione ambientale ha ordinato il richiamo, e 11 milioni di auto in tutto il mondo, non solo modelli Volkswagen, su cui il software è installato.
Dopo aver incassato il colpo al di là dell’oceano, la casa tedesca ha assicurato che le nuove euro 6 diesel vendute nei paesi dell’Unione europea sono ’in regola’.
«È un quadro di grande gravità e preoccupazione, i ministri Galletti e Del Rio, competenti sulla materia, hanno già chiesto informazioni alle aziende sulle possibili ripercussioni e ’contagi’ sul mercato italiano», ha dichiarato il ministro dello sviluppo economico Federica Guidi.
«Se si verificherà che anche in Europa è accaduta la stessa cosa accaduta negli Usa, le conseguenza non potranno che essere le stesse. Cioè la sospensione delle vendite delle vetture modificate da Volkswagen», ha fatto eco il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti.
«Ancora molte ombre gravano sul caso Volkswagen. È necessario che il Governo, ma anche l’Unione Europea, intervengano con urgenza, effettuando tutte le verifiche del caso non solo sulla casa automobilistica tedesca, ma su tutte le aziende produttrici di vetture – hanno scritto in una nota Adusbef e Federconsumatori – La priorità è garantire la conformità di tali veicoli ed il rispetto dei limiti di inquinamento ambientale che, proprio l’Europa, sta lavorando affinché diventino più stringenti. Per tutelare i cittadini chiediamo al Governo, prima di tutto, di verificare quanti degli 11 milioni di veicoli coinvolti sono stati venduti in Italia. Una volta effettuata tale verifica prioritaria, un’altra urgenza si pone all’ordine del giorno: rendere operativa nel nostro ordinamento giuridico una class action realmente degna di questo nome».
Altroconsumo intanto ha un appuntamento in tribunale a Venezia proprio con Volkswagen: l’associazione con altre organizzazioni europee di consumatori ha lanciato una class action sulla prassi delle case automobilistiche di fornire dati fuorvianti sui consumi.
La Commissione Ue ha «tolleranza zero per le frodi» ha detto la portavoce dell’esecutivo comunitario Lucia Caudet, sottolineando che Bruxelles era al corrente che in generale i test in laboratorio sulle emissioni auto potevano non fornire una rappresentazione accurata come quelle in condizioni di guida reali: per questo dal primo gennaio 2016 si passerà ai test su strada.
«Incoraggiamo tutti gli stati membri a compiere le necessarie indagini e a riferire alla Commissione Ue, che discuterà con loro come coordinarle al meglio e faciliterà lo scambio di informazioni. Bruxelles accoglie con favore le indagini avviate in Germania, Francia e Italia».
Volkswagen rischia una multa di 18 miliardi di dollari.