Salute, Dompè (Assolombarda): «L’importanza del Life Sciences, vale il 10% del Pil»

Sergio Dompè (Assolombarda) sul ruolo del Life Sciences, un settore che vale il 10% del Pil nazionale.
Sergio Dompè Assolombarda
Sergio Dompè Assolombarda

L’importanza del Life Sciences raccontata da chi per professione da decenni sviluppa biotecnologie in un settore che vale il 10% del Pil nazionale.

«Le parole ‘Scienze della Vita’ o ‘Life Sciences’ racchiudono la ricchezza e la complessità di una filiera che è il frutto di quell’interconnessione tra tecnologie, conoscenza e visione, tipica dello spirito del nostro tempo. Non cogliere questi nessi è rischioso, sia per le aziende che per il Paese. Riconoscerli e valorizzarli è un dovere», ha detto Sergio Dompé, vice presidente di Assolombarda per le Life Sciences e presidente di Dompé farmaceutici, in un editoriale ospitato sul primo numero di ‘One Health’, la nuova rivista online di approfondimento del Gruppo The Skill.

Salute, Dompè (Assolombarda): che cos’è il comparto Health & Life Sciences

«Un comparto, quello di Health & Life Sciences, che possiamo a buon diritto definire come una risorsa strategica per il Paese», spiega ancora Dompé. Il Centro studi Life Sciences di Assolombarda disegna il settore che mette in comunicazione l’industria farmaceutica, dalla produzione di farmaci e di principi attivi fino ai dispositivi medici, le imprese che fanno arrivare i prodotti ai pazienti e i servizi sanitari e socio-sanitari, dagli ospedali ai servizi di assistenza.

«La filiera delle Life Science copre tutto quanto ha un impatto sulla salute delle persone – analizza il vicepresindente – Tutto questo in una logica che vede una compresenza tanto del settore pubblico quanto di quello privato. Il valore della produzione della filiera Life Sciences raggiunto nel 2021 in Italia è stimato a 250 miliardi di euro con un valore aggiunto per il Paese che supera i 105 miliardi di euro, il 10,6% del PIL italiano. Nel 2019, ha coinvolto complessivamente circa 1,8 milioni di donne e di uomini in tutta Italia. Tra il 2017 e il 2022 l’industria farmaceutica ha visto crescere l’occupazione del 9,2%, più della media nazionale attestata all’1,6%, puntando su ricerca e sviluppo grazie a investimenti cresciuti nello stesso quinquennio del 22%. Anche per questo dei 68 mila addetti nel farmaceutico il 90% è formato da laureati e diplomati, l’unico modo per permettere alle imprese del farmaco di immettere nel sistema italiano 2 miliardi di euro per ricerca e sviluppo, il 6,8% del totale degli investimenti in Italia».

Salute, Dompè (Assolombarda): «Puntare sul futuro del Paese»

Anche alla luce di questi numeri «puntare sulle Scienze della Vita vuol dire puntare sul futuro del Paese nel suo insieme, vuol dire creare valore facendo leva sulle interconnessioni: information technology, ricerca pura, università, scuola, servizi alla persona, cultura digitale e molto altro ancora. Perché le imprese, pubbliche e private, possano continuare a investire e a creare valore aggiunto, la prima delle cose da fare sarà garantire il capitale umano, formando talenti, garantendo un aggiornamento professionale eccellente e organizzando la più grande campagna di alfabetizzazione digitale che questo Paese abbia mai conosciuto per formare cittadini in grado di relazionarsi, non solo con un nuovo modo di fare prevenzione e salute ma con un linguaggio nuovo che ci permetterà di parlare al futuro».