Un argomento di grande attualità nell’ultima conviviale del Rotary Club Monza Villa Reale, presieduto da Michela Alessandra Locati, che ha ospitato due esperti di green economy: Danilo Bonato, manager del mondo dell’economia circolare e membro dell’Alleanza per la Transizione Ecologica e Alessandra Bailo Modesti, responsabile Area Green Cities della Fondazione per lo sviluppo sostenibile.
“La transizione ecologica – ha esordito Bonato – non è una mera battaglia ecologica ma è un percorso complesso che richiede il coinvolgimento totale dell’intera società civile. È una profonda trasformazione che investe non solo l’ecologia ma anche l’economia e il vissuto di ciascuno di noi”.
Bonato ha ricordato che è arrivato il momento delle scelte: “L’Italia purtroppo è la maglia nera in Europa per quel che concerne gli investimenti per ricerca e sviluppo. Basti pensare che ha investito solo un miliardo di euro in start up contro gli 11 della Francia e i 16 della Germania. Ma ora è necessario cambiare marcia e mentalità. Anche la grande economia si sta trasformando perché ha capito quanto sia importante investire in tecnologie più pulite. Tesla capitalizza in Borsa molto più dei suoi competitor. Importanti fondi di investimento hanno deciso di non investire più nelle fonti fossili”.
A chi sostiene che la transizione ecologica farà perdere posti di lavoro Bonato ribatte che “la green economy genererà più posti di quelli che si andranno a perdere. Occorre, però, puntare su una formazione adeguata per creare le condizioni, gli strumenti e le risorse per ricollocare anche chi proviene da situazioni lavorative più tradizionali”.
Bailo Modesti ha presentato i risultati di un sondaggio che vede gli italiani consapevoli dell’importanza della transizione ecologica. Addirittura il 75% degli intervistati ha ammesso che si tratta di un “cambiamento necessario e urgente dell’economia e della società per fermare la crisi climatica e il degrado ambientale”.
Un ulteriore 86% ritiene che la transizione sia “un’occasione di sviluppo e di innovazione, nonché creatrice di nuova occupazione”. Otto italiani su dieci sostengono che l’aggravamento della crisi climatica renderà il pianeta meno vivibile e con risorse naturali più scarse. Tra le iniziative più urgenti da mettere in atto gli intervistati hanno suggerito: fermare il consumo del suolo, ridurre lo spreco dell’acqua e l’inquinamento delle falde, migliorare la tutela dell’ambiente, aumentare il riciclo dei rifiuti, diminuire lo spreco alimentare.