È una sorta di Aci tedesca, che garantisce agli automobilisti assistenza quando affrontano un viaggio all’estero. In Italia ha sede a Monza, in via Borgazzi 25-27. Ma nonostante il lavoro della sede brianzola sia stato apprezzato nel tempo la casa madre ha deciso di tagliare il personale, secondo un piano di ristrutturazione che sposta in altri Paesi alcuni servizi.
A rischio ci sono 15-20 persone delle 66 che operano qui per Adac, la maggior parte donne. Per questo la Filcams Cgil Monza Brianza ha indetto uno sciopero che si svolgerà il 7 giugno prossimo: quattro ore di agitazione che coinvolgeranno tutti i turni con presidio e volantinaggio. Un’iniziativa per difendere i posti a tempo indeterminato, con alcuni contratti in part time verticale, legati alla maggiore affluenza dei turisti in certi momenti dell’anno.
L’attività dell’Adac ha risentito, naturalmente, della pandemia che, in Italia come altrove, ha messo in ginocchio il settore del turismo: la carenza, se non totale assenza in alcuni periodi, di viaggiatori, e l’incidenza del Covid in Lombardia hanno segnato il 2020 e anche i mesi del 2021 trascorsi finora, tanto da suggerire l’utilizzo degli ammortizzatori sociali. La speranza è che il settore riprenda in tutto e per tutto come prima della diffusione del virus, ma intanto la società ha deciso di dare corso al piano di ristrutturazione annunciato l’anno passato.
Un piano lacrime e sangue con riduzioni e spostamenti dei servizi che è stato confermato nelle riunioni con i lavoratori tenute nelle filiali europee. La penalizzazione per la sede italiana non è di poco conto. Sono previste meno assunzioni stagionali perchè, già a partire da maggio si è deciso di dirottare in Grecia le attività di primo intervento telefonico relative all’alta stagione. E la riorganizzazione non è finita qui: per quanto riguarda l’assistenza sanitaria, la scelta è caduta sulla Spagna, che se ne occuperà a partire dal marzo 2022.
Un problema per le dieci persone finora impiegate negli uffici italiani che garantiscono comunque un livello di conoscenza della materia e di competenze non così facile da assicurare. Nel piano di ristrutturazione, poi, c’è anche lo spostamento in altre sedi delle attività che sono garantite durante gli orari notturni, così come il trasferimento in Germania dei compiti di amministrazione svolti a Monza da tre persone. Insomma una ventina di persone potrebbero pagare a caro prezzo la pandemia: per loro si paventa il licenziamento. Ma, come sempre in questi casi, c’è un altro pericolo che incombe.
Il ridimensionamento della sede, con la scelta di puntare su altri uffici in Paesi diversi, a lungo andare potrebbe portare ad altri tagli. «Crediamo -spiegano i rappresentanti dei lavoratori e la Filcams Cgil- che la responsabilità sociale di un’azienda importante come Adac per la sua storia e per la sua popolarità in Germania, debba prevedere un’attenzione alle persone e soprattutto che in un momento difficile per l’Italia e tutti i paesi europei». Qui l’azienda ha potuto utilizzare la cassa Covid, in Grecia e Spagna assumerà personale stagionale e fisso.