Hanno preso uno degli alimenti più cari alla tradizione culinaria casalinga brianzola, la polpetta, che le nonne creavano riciclando gli avanzi. L’hanno declinata in oltre 14 varianti (tra cui la greca, la libanese, l’indiana, la messicana) e ne hanno fatto un brand. Ora quelli di “Paulpetta”, il locale di via Bergamo a Monza, lanciano, in anteprima per l’Italia, la “beyond polpetta”, la polpetta cioè che prescinde dalla carne, 100 per cento vegetale.
Una novità americana che intende aiutare, tra l’altro la salute e l’ambiente. Spiega la fondatrice di Paulpetta, Viviana Veronesi: «È la prima polpetta completamente vegetale che arriva in Italia. L’azienda che l’ha inventata è la Beyond Meat di Los Angeles, che finora lavorava solo hamburger e salsicce, rigorosamente solo a base di vegetali. Abbiamo chiesto loro di produrre polpette e dall’1 maggio offriremo ai nostri clienti, in esclusiva per l’ Italia, queste polpette che contengono solo proteine di piselli, succo di barbabietola (per dare il colore) e olio di cocco».
Paulpetta nasce nel 2015 e oggi in via Bergamo può contare in cucina su un cuoco, un aiuto cuoco e altri collaboratori «che sono per lo più richiedenti asilo che, in accordo con un’associazione, hanno fatto stage di formazione ad hoc».
In sala due persone, per un totale di 5-6 persone al lavoro per un fatturato di 150mila euro l’anno e la previsione di apertura di un nuovo locale a Milano, entro l’estate. Ora per Paulpetta la sfida della polpetta beyond, quasi una polpetta-non-polpetta: «Personalizzeremo il prodotto, visto che noi ci occupiamo solo di polpette. Abbiamo testato il prodotto, sottoponendolo ad alcuni clienti, e il riscontro è stato buono. Durante la cottura la beyond polpetta non si distingue da quelle tradizionali. E il gusto ha la sua soddisfazione. La beyond polpetta non si trova in macelleria e nemmeno nei supermercati».
La beyond polpetta, secondo i suoi inventori, consente la riduzione del consumo di carne animale con la conseguente riduzione degli allevamenti intensivi e delle emissioni di CO2 in atmosfera. Per produrla sarebbero ridotti i consumi di acqua (-99%), suolo (-93%) ed energia (-50%) e a livello nutrizionale non contiene glutine, soia e Ogm.
«Ed è una carne vegetale, adatta a tutti, non solo ai vegani, che soddisfa il gusto» conclude Veronesi.