Aiutano a trovare un lavoro ma, ora che a rischiare il posto sono proprio loro, i navigator puntano a esercitare un ruolo da protagonisti delle politiche attive, anche slegato dall’attuale Reddito di cittadinanza. È l’auspicio dei sindacati Cisl e Felsa Lombardia dopo la manifestazione del 9 febbraio.
Alle figure professionali che fanno da tutor a coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza. Il prossimo 30 aprile scadranno i contratti di lavoro con Anpal, l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, per circa 3.000 navigator in Italia, 27 dei quali nella sola Brianza.
La scorsa settimana in tanti hanno protestato davanti alla prefettura di Milano e oggi Cisl e Felsa (la categoria della Cisl che rappresenta e tutela i lavoratori somministrati, autonomi e atipici) Lombardia fanno sentire la loro voce a favore di questi lavoratori. In particolare Cisl e Felsa Lombardia sono fermamente convinte che il mancato rinnovo di questi contratti, anche in considerazione della drammatica crisi pandemica, costituirebbe una scelta pericolosa.
«Nella sola Lombardia – spiega una nota – ci troveremmo quasi 300 esuberi oltretutto ai danni di figure che in meno di due anni hanno messo le basi ad un’attività di orientamento e riqualificazione, che non ha precedenti nel contesto della pubblica amministrazione».
Il sindacato ricorda che: «In condizioni assai complesse a causa del lockdown, della strumentazione inadeguata e della collocazione lavorativa i navigator sono stati comunque in grado di colloquiare con decine di migliaia di persone prive di occupazione. In particolare hanno assistito e preso in carico disoccupati fragili, con pregresse esperienze di lavoro discontinue e generiche, con bassissima scolarizzazione e know how tecnologico, e spesso vittime di disagio economico, abitativo e sociale».
I sindacati non nascondono che il processo di inserimento di queste persone presso i centri per l’impiego provinciali si è spesso rivelato complesso, dato che non è stato accompagnato da un adeguato coordinamento tra enti.
«Ma laddove è stato possibile – sottolineano – i navigator hanno messo a disposizione dei funzionari pubblici le proprie capacità, oltre i servizi connessi al reddito di cittadinanza, fornendo collaborazione piena nel contattare le imprese, e nella predisposizione di dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro e patti di servizio. E ciò anche per colmare le falle di un sistema, quello pubblico, sottodimensionato nell’organico, mancante di figure professionali e direttive specialistiche e con un alto numero di dipendenti che si avvicenda al pensionamento».
I sindacati sono convinti che la mancata proroga del contratto di lavoro finirebbe per indebolire ulteriormente i centri per l’impiego, in un momento in cui il concorso di Regione Lombardia finalizzato all’assunzione di nuovi 1.214 operatori dei centri per l’impiego è sospeso a causa della pandemia.
«Il nostro auspicio – proseguono Cisl e Felsa Lombardia – è che il rinnovato direttivo della direzione generale lavoro e formazione di Regione Lombardia apra una nuova stagione che veda un intervento forte della stessa Regione nel coordinamento dei centri per l’Impiego e delle Afol, in stretta collaborazione con Anpal Servizi Lombardia, nel rispetto delle specifiche competenze e ruoli con l’unico obiettivo di far funzionare le politiche del lavoro in regione».
«Siamo tuttavia persuasi – concludono – che la proroga dei contratti debba rappresentare l’inizio di una trasformazione vera, con lo sviluppo e la realizzazione di un progetto strutturale moderno connesso alle politiche attive del lavoro nel quale si operi in sinergia tra pubblico e privato, ciascuno nel proprio ruolo, senza inutili conflitti e sovrapposizioni ma con specifiche competenze per ciascuno degli attori in gioco».