Monza e Brianza: l’economia si muove ma è fragile, boom di cassa a marzo, redditi di cittadinanza in aumento

È uno scenario ancora di fragilità quello che caratterizza il mercato del lavoro a Monza e Brianza nel primo trimestre del 2021, nonostante qualche trend economico positivo. Aumentano i redditi di cittadinanza.
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Qualche dato positivo, ancora qualche segno meno, l’incertezza sull’immediato futuro e soprattutto una incognita pesante: cosa succederà quando sarà tolto il blocco dei licenziamenti? Sono gli elementi che emergono dal tavolo di concertazione provinciale che ha analizzato il mercato del lavoro nel primo trimestre del 2021.

Ed è un mercato «che dà ancora segnali di sofferenza» certifica il vicepresidente della Provincia di Monza e Brianza, Riccardo Borgonovo, di fronte per esempio al fatto che è vero da una parte che i livelli occupazionali del 2020 segnano un leggero calo rispetto al 2019 (-0,7%), ma dall’altra “la perdita occupazionale sarebbe stata ben più ingente se non fosse in vigore il blocco dei licenziamenti economici operato dal governo”. E c’è anche un altro segnale da tenere presente: il numero di disoccupati diminuisce in un anno da 29mila a 20mila persone, ma secondo l’analisi si tratta soprattutto “di soggetti che un impiego non lo cercano più, passando fra la schiera degli inattivi. I tassi di disoccupazione e di occupazione provinciali risultano, comunque, migliori rispetto a quelli regionali”.

Nel primo trimestre dell’anno 2021, scrive la Provincia, il numero delle imprese attive provinciali è aumentato dello 0,49% e il numero delle imprese manifatturiere si è contratto dello 0,45%. Nello stesso periodo “il numero complessivo degli addetti provinciali è cresciuto di circa 2.000 unita (+0,77%) sostanzialmente compensando la contrazione che ha caratterizzato gli ultimi nove mesi dell’anno 2020”. L’andamento può essere anche figlio delle esportazioni provinciali che nel quarto trimestre 2020 sono aumentate dell’1,87% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, contro le diminuzioni registrate a livello regionale e nazionale del 2,35% e dell’1,79%. A guidare la crescita, le esportazioni di sostanze e prodotti chimici (+11,02%), di metalli e prodotti in metallo (+2,19%), di computer, apparecchi elettrici e ottici (+3,64%) e di legno, prodotti in legno e mobili (+6,10%). Nel periodo in esame, le esportazioni di macchinari sono diminuite dello 0,99%.

“L’analisi dei movimenti del primo trimestre 2021 evidenzia segni di ripresa” osserva la Provincia: gli ingressi occupazionali sono a livelli del 2020, prima che scoppiasse la pandemia. “Si noti, tuttavia, che il rimbalzo occupazionale del 2021 si concentra nei primi due mesi dell’anno: a gennaio la resilienza era pari al 9%, a febbraio ammontava all’8,1%. Tuttavia a marzo l’indicatore torna in territorio negativo (-2,6%), con un saldo occupazionale di -333 unità”. Problemi soprattutto nella fascia degli over 50. Per quanto riguarda i contratti a termine, crescono le proroghe ma si riducono per durata, passando da una media di 376 giorni nel 2020 a 148. “Dunque le imprese, innanzi all’incertezza dell’immediato futuro, hanno reagito diminuendo la durata dei rapporti di lavoro a termine. Alla scadenza dei contratti – se le condizioni economiche lo permettono – questi vengono prorogati, altrimenti il lavoratore viene espulso dai processi produttivi”.

Nello specifico resistono come forme contrattuali il contratto a tempo determinato e quello di apprendistato, aumentano le co.co.co e diminuiscono i contratti a tempo indeterminato: -4,5% con un saldo di -405 unità in quest’ultimo caso, “tuttavia, il dato è in netto miglioramento rispetto a quello del I trimestre 2020, in cui la resilienza era pari a -5,1% (con un saldo di -4.292 unità)”.

“L’analisi settoriale evidenzia che tutti gli ambiti economici presentano saldi occupazionali positivi. Il confronto con il 2020 mostra per le costruzioni una crescita della resilienza di 5,9 punti percentuali attestandola al 8,2%, mentre l’industria registra un incremento del +6,8 punti percentuali, portando il valore dell’indicatore al 3,7%. Il commercio e i servizi invece, pur presentando una resilienza positiva (+4,5%) fanno registrare una diminuzione dell’indicatore di 1,6 punti percentuali. L’analisi delle mansioni evidenzia che quelle a cui sono associate le maggiori uscite dal mercato del lavoro sono di tipo energetico (professioni con know-how prevalentemente manuali), caratterizzate da bassi o nulli livelli di specializzazione, mentre le mansioni che mostrano le migliori performances occupazionali sono di tipo cognitivo”.

Che la situazione sia ancora fragile lo dimostra anche il fatto che la cassa integrazione a marzo è tornata “ingentemente a crescere: si passa da 218 mila ore di Cigo autorizzate a febbraio a 4,9 milioni autorizzati a marzo.

Contemporaneamente cresce la distribuzione del reddito di cittadinanza nella Provincia di Monza e Brianza: “Solo nei primi 4 mesi del 2021 sale a 88,5% e a 85,2% la percentuale rispettivamente dei nuclei e delle persone coinvolte. Tra il 2019 e il 2020 si era registrata una crescita pari a +46,8% (nuclei) e + 41,5 (persone): un segnale che nel corso dell’anno il numero dei percettori del reddito di cittadinanza supererà la quota del 2020, evidenziando un innalzamento dei livelli di povertà nel territorio”.

Al 31 marzo 2021 sono 4.799 i percettori di reddito di cittadinanza nella Provincia MB rispetto a 1.041.228 nazionali e 72.416 dell’intera Regione Lombardia. Il 55% delle persone che si sono presentate al primo appuntamento è rappresentato da donne e “per quanto riguarda le fasce di età coinvolte si segnala la percentuale più alta, pari al 38%, nella fascia over 45; scende al 29% tra i 30 e i 45; si attesta al 20% tra i 18 e i 24 mentre la fascia tra i 25 e i 29 è la più bassa con il 13%”. Oltre due terzi è di nazionalità italiana.