Monza, continua la trattativa sui 21 tagli Adidas: sul tavolo c’è anche l’ipotesi part time

I sindacati hanno chiesto di allargare la base delle persone che possono accedere all’uscita volontaria con incentivo. Per quanto riguarda Roma, sede nella quale sono previsti 10 tagli, si è parlato della eventuale ricollocazione di almeno tre persone nel nuovo store che dovrebbe aprire a settembre. Prossimo incontro tra le parti il 17 gennaio
Monza Sede Adidas Italia
Monza Sede Adidas Italia Fabrizio Radaelli

Anche il part time per cercare di ridurre l’impatto occupazionale del piano da 21 esuberi. È una delle proposte avanzate nel terzo incontro tra azienda e sindacati relativamente ai tagli annunciati da Adidas in seguito alla delocalizzazione in Portogallo di alcune funzioni finora in capo alla sede monzese della multinazionale tedesca degli articoli sportivi. Lunedì le parti si sono ritrovate per confrontarsi sul piano dell’azienda e una delle idee adombrate è proprio quella del ricorso a un orario di lavoro ridotto.

«Rispetto al reparto customer service -spiega Matteo Moretti della Filcams Cgil Monza Brianza- abbiamo evidenziato alla direzione la disponibilità di 4/5 lavoratrici alla trasformazione del rapporto di lavoro in part time verticale all’80% nell’ottica di solidarietà e di produrre una tutela occupazionale».

Un modo per ridurre il peso degli esuberi che colpiscono in particolare proprio questo reparto. Le nove lavoratrici del customer service alle quali è prevista la rinuncia rimarrebbero comunque fino alla fine dell’anno prossimo. Il licenziamento avverrebbe a gennaio 2023. Per loro è prevista comunque l’opportunità di un’uscita anticipata prima di quella data in presenza di una ricollocazione interna o esterna. Il sindacato ha chiesto ancora di ampliare la possibilità di uscita volontaria degli addetti, estendendola anche ai reparti per i quali non è prevista la delocalizzazione, ma anche di aumentare l’incentivo previsto per chi se ne va. Su quest’ultimo aspetto la risposta è stata ancora no.

«Abbiamo richiesto in aggiunta – continua Moretti- di lasciare la libera scelta individuale di monetizzare il percorso di outplacement privato messo a disposizione dall’azienda, poichè esiste l’alternativa delle politiche attive pubbliche e l’opzione di valutare altri percorsi di supporto per la ricollocazione». Un’altra proposta avanzata riguarda l’istituzione, sulla scorta di quanto avviene anche in altri Paesi europei, di un’ulteriore struttura organizzativa che potrebbe prevedere un figura manageriale. Per quanto riguarda Roma, sede nella quale sono previsti 10 tagli, si è parlato della eventuale ricollocazione di almeno tre persone nel nuovo store che dovrebbe aprire a settembre. Prossimo incontro tra le parti il 17 gennaio