Monza Brianza e Lombardia, risultati positivi nel primo semestre dell’anno per le Bcc: più soldi alle imprese e alle famiglie

Sul territorio della provincia si registrano 2,2 miliardi di euro di impieghi (+7%) a sostegno di imprese e famiglie e una raccolta diretta di 3,6 miliardi di euro (+18,8%).
Alessandro Azzi al convegno di Venezia
Alessandro Azzi al convegno di Venezia Paolo Rossetti

La pandemia si fa sentire, certo, ma i primi sei mesi del 2021 hanno mostrato segni positivi per le 28 Bcc lombarde, che contano 201.767 soci, oltre 1 milione di clienti, 5.701 dipendenti e 776 sportelli. I risultati sono stati comunicati nel corso del Convegno di Studi della Federazione Lombarda delle Bcc dal titolo “Obiettivo di prossimità: strategie co-operative per la ripartenza”, che si sta celebrando a Venezia (29-30 ottobre, Hilton Molino Stucky Venice).

Un quadro positivo nel quale anche le Bcc brianzole si fanno sentire: primo semestre dell’anno con 2,2 miliardi di euro di impieghi (+7%, contro il +2,3% dell’industria bancaria) e una raccolta diretta di 3,6 miliardi (+18,8%, contro il +10,4% dell’industria bancaria). In diminuzione anche le sofferenze del 16,1% rispetto all’anno precedente.

«I rischi della “desertificazione” del territorio in epoca di pandemia e globalizzazione sono estremamente pericolosi – spiega Alessandro Azzi, presidente della Federazione Lombarda delle Bcc. Lo abbiamo sperimentato in ambito sanitario, causa Covid; e ora nel Pnrr si investono miliardi di euro per creare (o ricreare, dove nel tempo sono stati tolti) soggetti e ospedali di comunità a servizio dei territori. Lo stesso scenario lo sta vivendo il sistema del Credito, con la tendenza alla concentrazione in grandi gruppi bancari tendenzialmente più lontani dai territori».

«Il numero dei soci delle Bcc in Italia ha superato gli 1,4 milioni -continua Azzi- Crescono anche i comuni in cui le Bcc operano come unico intermediario bancario, dimostrando reale vicinanza ai territori ed alle comunità, in controtendenza rispetto alle dinamiche di desertificazione diffusa. Il percorso della Cooperazione di Credito ha radici lontane: le Casse Rurali sono luoghi di solidarietà locale e mai come oggi le sfide globali chiamano in causa le realtà locali. L’invecchiamento, l’aumento delle disuguaglianze sociali, il bilanciamento vita-lavoro, il costo troppo alto dell’assistenza sociale sono tutte “domande” che ci impegnano a cercare “risposte” concrete»