Monza Brianza: calano gli infortuni, ma di lavoro si muore ancora

Nel territorio di Monza e Brianza nel 2023 si sono contati 8 morti sul lavoro contro i 7 dell’anno precedente.
Il capannone dove si è verificato l’infortunio – foto di repertorio

Nel territorio di Monza e Brianza nel 2023 si sono contati 8 morti sul lavoro contro i 7 dell’anno precedente. A loro si aggiungono i 7.937 infortuni (nel 2022 sono stati 9.891) e i 252 casi di malattie professionali (contro i 221 del 2022). I dati sono stati elaborati dalla Cisl Mb Lecco a cura del segretario Roberto Frigerio. A livello lombardo il 77% delle morti è avvenuto sul posto di lavoro e il 23% in itinere. Gli uomini sono i più colpiti (89%).

Monza Brianza: le percentuali degli incidenti

In generale. più del 52% dei morti sul lavoro avevano tra i 50 e i 65 anni. Il settore più coinvolto è l’industria (46%) seguito dal terziario (24%) e artigianato (18%). Per gli infortuni poco cambia: l’83% avviene sul lavoro e i più colpiti sono gli uomini (65%). Il settore in cui si calcolano più infortuni è il terziario (27%) seguito dall’industria (26%), lavori per conto dello stato (17%) e artigianato (6,5%).
Al primo posto per incidenza si trova il comparto sanità e assistenza sociale, seguito dal trasporto e magazzinaggio, dal commercio e dalle costruzioni. Il decremento del numero di infortuni tra il 2023 e il 2022 è dovuto, secondo l’Inail, quasi esclusivamente al minor peso dei casi Covid-19.In fatto di malattie sono gli uomini (69%) a denunciare più casi. Quasi il 62% delle malattie professionali coinvolgono il sistema osteomuscolare, seguite da malattie del sistema nervoso e all’orecchio. Il settore più esposto è quello dell’industria e servizi (94%).

Monza Brianza, il sindacato: «La media è un ferito al minuto»

«La media è un ferito al minuto – commenta Mirco Scaccabarozzi, segretario generale Cisl Mb Lecco –Negli anni peggiori anche uno ogni 50 secondi. A volte lesioni minime, a volte amputazioni o danni che peseranno per sempre non solo nelle biografie individuali ma anche di quelle famigliari. E poi il dato esiziale. Un morto ogni otto ore. Ambizioni, sogni, affetti, progetti per il futuro: tutto dissolto per sempre e spesso per palesi violazioni delle più elementari norme sulla sicurezza».

Quante volte dopo un grave incidente abbiamo sentito la promessa “mai più” si chiede Scaccabarozzi.
«Siamo tutti in buona fede, nelle dichiarazioni e nelle intenzioni. Ma poi scema l’onda dell’emotività collettiva e cessa il momento degli annunci».

Monza Brianza: mettere mano ai decreti attuativi e completare il Testo Unico sulla sicurezza

Per Scaccabarozzi occorre passare all’azione: mettere mano ai decreti attuativi che ancora mancano (e sono una ventina) per completare gli aspetti pratici del Dlgs 81, il Testo Unico sulla sicurezza del 2008, la base di tutti i provvedimenti in materia di sicurezza sul lavoro.
«Manca, tra gli altri, il decreto attuativo per la qualificazione delle imprese, la cosiddetta «patente a punti», per definire il livello di trasparenza e di sicurezza in un’impresa.
E sarebbe utile far diventare realtà, la legge 215 del 2021, che vorrebbe l’Ispettorato nazionale del lavoro come agenzia unica per pianificare e coordinare gli interventi sul territorio senza dimenticare l’istituzione di una Procura nazionale del lavoro» conclude Saccabarozzi