In attesa della resa dei conti, quando verranno meno ristori e moratorie su finanziamenti e contributi, il settore artigiano tiene bene. I numeri dicono che a Milano e nell’ area metropolitana (dati InfoCamere/Movimprese) le aziende del settore sono cresciute nel 2020 del +0,1%, con un saldo positivo rispetto all’anno precedente di 47 nuovi imprenditori. Totale: 69.054 attività. Anche a Monza e Brianza non è da meno: -0.1% con 22.291 imprese artigiane attive. Trend confermato in Lombardia: -0.5%, pari a 1.265 aziende in meno con 240.292 artigiani che resistono.
“La nostra categoria è spesso espressione di microimprese famigliari o con pochissimi dipendenti. Da sempre sa stringere i denti quando serve. Ora confidiamo nel vaccino per tornare ai livelli pre-pandemia”, commenta il Segretario Generale di Unione Artigiani Marco Accornero. “Ci sono segnali interessanti: ad esempio, il nostro sportello sul Superbonus 110% che riunisce in un unico ufficio asseverazioni, perizie, certificazioni e visti di conformità è già subissato di richieste appuntamento di aziende e privati che non vedono l’ora di ripartire. Al nuovo Governo chiediamo grande determinazione per l’adozione di misure di stimolo dell’economia da una parte e dall’altro di gestire con gradualità il riassorbimento le iniziative Covid per le aziende, parliamo delle moratorie, dello stop alle cartelle esattoriali, ai finanziamenti a tasso zero, eventuali ulteriori nuovi ristori, la cassa integrazione. Oggi coloro che hanno resistito e stanno ripartendo hanno fatto ricorso a questi strumenti “salvaimpresa”. Una revoca non programmata e non concordata di questi strumenti rischia di far scoppiare una bomba sociale. Anche i nostri imprenditori Die Hard rischieranno questa volta rischiano grosso”.
In Brianza, invece, nell’ultimo biennio hanno appeso il grembiule da legnamè 137 operatori ma con 1385 imprese del settore legno e mobile che continuano l’attività simbolo del territorio.