La risposta è lapidaria: «Non si torna indietro». Ai 59 dipendenti che avevano inviato una lettera ai vertici Adids per chiedere “responsabilità sociale” nella vicenda dei 41 esuberi dichiarati dalla multinazionale (35 a Monza) il General Manager per l’Italia Frank Deglos ha risposto picche: «Siamo tutti consapevoli -scrive Deglos- che la riorganizzazione in corso ha un impatto su alcuni dei nostri dipendenti che perderanno il lavoro, ma questa riorganizzazione è necessaria per garantire alla nostra azienda il suo futuro di leader del mercato»
L’azienda ha deciso di trasferire l’area Credito in Portogallo nonostante il fatturato italiano sia cresciuto del 15%. I lavoratori chiedono di utilizzare strumenti di ammortizzazione sociale conservativi dell’occupazione, di ricorrere alle uscite volontarie e di discutere un nuovo piano industriale con il coinvolgimento delle istituzioni per dare stabilità ai livelli occupazionali.
Sono preoccupati per il futuro perchè si tratta della seconda ristrutturazione in due anni e ci sono voci che ne annunciano una terza.
«Riteniamo ancora più urgente la convocazione da parte istituzionale di adidas poiché è inaccettabile che la multinazionale tedesca, che dichiara il 2019 come un anno da record, sostenga che i licenziamenti per spostare attività svolte brillantemente da lavoratori italiani, in Portogallo tramite nuove assunzioni siano l’elemento che garantisce il buon andamento aziendale». Venerdì nuovo incontro tra le parti