Lissone, botta e risposta sindacati- Oeb sulla cassa a rotazione

Fiom, Fim e Uilm pongono interrogativi sulla gestione dell’ammortizzatore sociale, sulle persone escluse dalla rotazione e sul futuro in vista dello sblocco dei licenziamenti. «Siamo con un fatturato che è il 20% in meno di quello che avevamo previsto -spiega Jody Brugola, titolare dell’azienda conosciuta in tutto il mondo per le sue viti e per i sistemi di fissaggio- Facciamo quello che possiamo, il mercato è in difficoltà, non posso permettermi di avere il 100% del personale in azienda»
La sede lissonese dell’azienda
La sede lissonese dell’azienda

Da una parte il sindacato che parla di cassa integrazione applicata senza rotazione e mancanza di relazioni sindacali, ponendo interrogativi sul futuro in vista dello sblocco dei licenziamenti. Dall’altra l’azienda, la Brugola Oeb di Lissone, che rivendica scelte e investimenti in un momento particolarmente difficile per tutto il settore automotive, in un biennio segnato dalla pandemia e ora dalla carenza di semiconduttori.

Fiom, Fim e Uilm territoriali, le categorie dei metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil parlano di “stato di difficoltà” dei lavoratori in cassa integrazione ordinaria (circa 40 dicono i sindacati, per l’azienda 29 fissi) da marzo 2020. Il problema, per le organizzazioni dei lavoratori non è l’utilizzo della cassa, quanto il fatto che “riguarda -recita un comunicato- sempre e solo i soliti che non sono mai stati fatti rientrare al proprio posto di lavoro nonostante ci sia la possibilità di effettuare la rotazione. Continuiamo a denunciare tale situazione senza però che l’azienda riveda la propria posizione e ristabilisca un minimo di equità nell’utilizzo dello strumento forse alcuni lavoratori non sono graditi alla Direzione Aziendale”.

C’è poi un altro tema sul tavolo, la convocazione per colloqui individuali per i lavoratori sospesi, “ già avvenuta a fine 2020 è che portò l’azienda ad offrire incentivazioni per accettare il licenziamento aggirando le normative nazionali emanate dal Governo per la gestione della fase emergenziale dovuta alla pandemia di Covid”.

Il sindacato parla di norme usi licenziamenti che non sarebbero state rispettate, sulle quali “sono state fatte anche segnalazioni agli organi istituzionali competenti dal quale ci aspettiamo che facciano le opportune verifiche” spiegano Stefano Bucchioni della Fiom Cgil Monza Brianza, Eliana Dell’Acqua della Fim Cisl Monza Brianza Lecco e Francesco Caruso della Uilm Uil.

La risposta dell’azienda non si è fatta attendere: «Siamo con un fatturato che è il 20% in meno di quello che avevamo previsto con un 7% in meno di impiego del personale -spiega Jody Brugola, titolare dell’azienda conosciuta in tutto il mondo per le sue viti e per i sistemi di fissaggio- Facciamo quello che possiamo, il mercato è in difficoltà, i semiconduttori non si trovano e questo ha messo in crisi tutto il mondo dell’automotive. Siamo di fronte a una profonda ristrutturazione del settore anche visto quello che è successo, non posso permettermi di avere il 100% del personale in azienda. Si sono privilegiate le persone che ci danno più affidabilità. Se io su 460 persone posso gestirne 430 privilegio la meritocrazia»

Le persone che non stanno ruotando, spiega l’azienda, occupano anche funzioni che non sono più operative. «Abbiamo fatto incontri con i dipendenti per far presente la situazione in corso».

La società rivendica di aver assunto dal 2015 130 persone, un terzo dei lavoratori in più, tra le aziende in Brianza che ha assunto maggiormente.

«Tutti i nostri lavoratori sono a tempo indeterminato e abbiamo assunto 38 lavoratori di una cooperativa della logistica, sono diventati tutti nostri lavoratori -continua Jody Brugola- Abbiamo sempre anticipato la cassa integrazione, sempre rispettato le regole. L’azienda non ha niente da nascondere ha investito in Italia e investiremo anche nei prossimi anni, c’è un progetto di crescita ma se ogni anno c’è o la pandemia o la crisi dell’automotive dobbiamo farci i conti».