Nell’ultimo quadriennio 2018/2021 gli occupati medi interinali sono stati circa 138.000 con un incremento del 30% in dieci anni. E nel secondo semestre del 2021 “hanno raggiunto il picco di 152.000, un vero e proprio record. I numeri evidenziati dalla Felsa Cisl lombarda, che ha confermato Guido Fratta al vertice, parlano chiaro: il mercato del lavoro si sta muovendo verso un’ulteriore frammentazione
Oltre il 50% dei somministrati lombardi è giovane e compreso in una fascia di età tra 18 e 34 anni, nonostante in termini percentuali questo trend sia in calo. E ciò perché negli ultimi anni sono aumentati gli occupati con età più avanzata. Si tratta dei cosiddetti “lavoratori di ritorno”, che si reinventano dopo un precedente e continuativo rapporto di lavoro o a seguito di un’esperienza con partita Iva. O ancora, donne che riprendono il percorso dopo un lungo periodo di cura della famiglia. E proprio le donne costituiscono stabilmente il 40% della platea interinale, valore in media con i dati regionali ma superiore nel comparto industriale.
In costante crescita invece il numero degli stranieri impiegati, passati dal 27 al 33% in meno di 5 anni e prevalentemente provenienti dal continente Africano e dall’Est Europa .
“Tuttavia la crisi provocata dalla pandemia – ha sottolineato il segretario generale della Felsa Lombardia – ha fatto emergere anche tutte le fragilità del settore accentuando nei mesi peggiori del 2020 quel dualismo tra lavoratori protetti e non”.
Durante gli ultimi anni si è assistito ad una progressiva trasformazione del lavoro somministrato con un forte incremento dello staff leasing (assunzione a tempo indeterminato con agenzia) che garantisce copertura economica anche in assenza di missione. Oltre 30 mila persone nella nostra regione hanno oggi un contratto di questo tipo. Inoltre, sta mutando la geografia della somministrazione, con il diffondersi delle assunzioni internali nel settore dei trasporti e della logistica, localizzate in particolare nella bassa pianura intorno alla Brebemi.