L’allarme di Camusso sulla Cig «Soldi finiti, 500mila a rischio»

Grido d’allarme di Susanna Camusso sulla cassa integrazione. Il segretario della Cgil, l’ha lanciato su Skytg24 ospite di Maria Latella: «Per i fondi destinati alla cassa integrazione, in alcune regioni c’è il rischio di non arrivare a giugno e mezzo milione di italiani rischiano di restare senza cig». E il ministro Fornero conferma.
Susanna Camusso, segretario generale della Cgil
Susanna Camusso, segretario generale della Cgil

Grido d’allarme di Susanna Camusso sulla cassa integrazione. Il segretario della Cgil l’ha lanciato su Skytg24 ospite di Maria Latella: «Per i fondi destinati alla cassa integrazione, in alcune regioni c’è il rischio di non arrivare a giugno e mezzo milione di italiani rischia di restare senza».

Fosche previsioni confermate dal ministro del Welfare, Elsa Fornero, che in un’intervista rilasciata al Mattino ha riferito di “finanziamenti certi sulla cassa integrazione in deroga relativi alla prima metà dell’anno e di 1 miliardo 600 milioni previsti dalla legge di stabilità”, ma anche di “risorse già esaurite con le domande del primo trimestre”.

«I numeri di oggi non sono i numeri veri perché sta moltiplicandosi la domanda di Cig in deroga – ha spiegato Camusso a Sky – purtroppo i primi mesi del 2013 hanno determinato un’ulteriore accelerazione della crisi e della difficoltà. Quelle risorse bisogna trovarle, non solo per proteggere il reddito di quei lavoratori, ma per evitare che ci sia un’ulteriore spirale di avvitamento sulla riduzione dei consumi e quindi un’ulteriore riduzione della base produttiva di questo paese che si è già ridotta consistentemente». Con gli industriali, ha detto, «si è aperta una discussione. Siamo alla premessa».

La leader della Cgil si era già espressa nei giorni scorsi a Torino, nel corso del convegno della Piccola Industria. «È in corso una valanga – aveva ammonito – bisogna individuare l’agenda delle effettive priorità, non del mondo che verrà, ma di quella rete che dobbiamo mettere perchè la valanga non continui a precipitare, perchè se non si ferma la valanga, temo che non ripartiremo. Dobbiamo individuare quali sono i due nodi che determinano la valanga, che si chiamano lavoro e fiscalità: è di questi che si deve parlare, e questi nodi e portano con sè una parola che si chiama redistribuzione. Il carico fiscale sul lavoro, il carico fiscale sulle è un carico fiscale insopportabile e bisogna rapidamente abbassarlo».