In una ideale linea del tempo si parte dal 1830, data di nascita della Filatura Caprotti ad Albiate e si arriva al 1957 con l’apertura del primo supermercato Esselunga da parte di Bernardo Caprotti, erede della dinastia del tessile in Brianza.
Un cerchio che si chiude e racchiude al suo interno altre date e altri nomi illustri: la ditta Frette del 1865, i cappellifici Monzese e Cambiaghi del 1880, il Cotonificio Cederna sette anni più tardi, la Gilera del 1909, la Parravicini-Tempotest del 1921, la Sapio nel 1922, la Colmar nel 1923, stesso anno di nascita della Simmenthal.
Se alcune di queste realtà sono ancora oggi presenze importanti del tessuto industriale brianzolo e internazionale, altre hanno chiuso da tempo, ma il loro ricordo è ancora vivo e la loro storia è tutta in oggetti, pubblicità, fotografie che il Museo etnologico di Monza e Brianza conserva con cura in Villa reale.
Appena inaugurata, fino al 15 dicembre una mostra al Mulino Colombo di vicolo Scuole racconta la storia degli “Imprenditori di Monza e Brianza, tra passato, presente e futuro”.
Limitata dagli spazi del Mulino, la mostra racchiude l’essenza di quello che sarà il Museo del lavoro che-secondo i piani della giunta- sarà realizzato sull’area dell’ex Cotonificio Cederna.
«A raccontare il passato delle imprese brianzole – spiega Anna Sorteni, presidente del Museo – ci sono oggetti, ritratti, documenti raccolti negli anni. Il presente e il futuro sono racchiusi in tre postazioni multimediali che consentiranno ai visitatori di superare le dimensioni ridotte del museo e avere accesso a immagini e documenti che raccontano la Brianza dei nostri giorni».
Tante le storie curiose e poco conosciute come quella della fabbrica Aletti che produceva organi e chiuse i battenti nel 1949 riuscendo a ricollocare in Germania tutti i suoi operai che erano maestri nella fabbricazione degli strumenti musicali. Della Singer che scelse Monza per un importante sito produttivo è esposta una piccola macchina da cucire, di Frette i cataloghi e le schede-ricamo per le scuole di avviamento professionale.
Tanti i manifesti pubblicitari raccolti come quello in bianco e nero del 1945 che annuncia “Nasce Candy” e mostra la “nonna” delle lavabiancheria di oggi, o le campagne pubblicitarie di Simmenthal, un’invenzione di Alfonso Sada che aprì la “Società Alfonso Sada” in via Borgazzi e nel 1923 la battezzò “Simmenthal” dal nome di una famosa razza bovina della valle (Thal) di Simmen in Svizzera.
La mostra, a ingresso libero, è aperta martedì e giovedì dalle 9 alle 12 , mercoledì, sabato e domenica dalle 15 alle 18.