Giovani e lavoro: futuro ideale, imprenditori e flessibilità

Mille giovani e il loro lavoro ideale nella ricerca “Giovani e lavoro” realizzata dal Centro Studi di Assolombarda ed Eumetra.
Giovani e lavoro - Image by senivpetro on Freepik
Giovani e lavoro – Image by senivpetro on Freepik

Che lavoro vorresti fare da grande? I giovani pare abbiano le idee chiare: imprenditore o libero professionista che mette al centro della propria vita gli affetti familiari e il tempo libero. È quanto emerso dalla Ricerca “Giovani e lavoro” realizzata dal Centro Studi di Assolombarda ed Eumetra svolta a maggio su un campione di 1.000 ragazzi tra i 18 e i 26 anni delle province di Milano, Monza e Brianza, Pavia e Lodi.

Giovani e lavoro: imprenditore o libero professionista

Punto di partenza da tenere in considerazione è che l’80% degli intervistati ha sviluppato una esperienza lavorativa nel corso degli studi (in particolare, nel 40% dei casi come cameriere, barista e cassiere). Le risposte: solo il 28% degli intervistati vorrebbe un lavoro da dipendente, invece, quasi 6 su 10 si immaginano un futuro da imprenditore o libero professionista.

Tra i settori preferiti: la consulenza, scelta dal 17% del campione, l’ambito sanitario/assistenziale (12%), il settore finanziario e assicurativo (12%) e il commercio (12%), mentre il manifatturiero è indicato soltanto dal 5% dei giovani.

Giovani e lavoro: relazioni al centro anche nella professione, flessibilità e tempo libero

Deve trattarsi di un’occupazione che consenta di mantenere la centralità delle relazioni – il contributo della famiglia e degli affetti è ritenuto il più importante da ben il 72% degli interpellati – anche nel contesto lavorativo. E la flessibilità oraria (importante per il 55% degli intervistati), seguita dalla possibilità di avere tempo libero per attività extra (49%) e la possibilità di fare smart working (35%). Svolgere mansioni poco faticose e/o poco stressanti è, invece, una priorità solo per il 16% del campione.

Giovani e lavoro: Italia bocciata per opportunità

C’è da dire che il percepito rispetto al mondo del lavoro in Italia è tutt’altro che positivo: il 62% degli intervistati ritiene che l’Italia offra limitate (43%) o addirittura scarse (19%) opportunità di lavoro; solo il 27% pensa che queste siano sufficienti. Ciò perché non viene favorita l’assunzione di giovani con poca o senza esperienza (61% del panel) e che non permette di raggiungere una stabilità lavorativa (47%).

Giovani e lavoro: industria manifatturiera senza appeal

Inoltre, nonostante l’Italia sia la seconda potenza manifatturiera d’Europa, solo il 15% degli intervistati la segnala quale settore trainante dell’economia nazionale, ruolo al contrario attribuito al comparto turistico da quasi la metà dei rispondenti (49%). Inoltre, più della metà del campione (54%) considera la manifattura un sintomo di specializzazione, mentre solo il 39% la collega all’innovazione. Emerge comunque un dato positivo e interessante se si considerano i giovani laureati: il 42% di loro ritiene che l’industria manifatturiera oggi offra delle buone opportunità per impieghi legati alla sostenibilità ambientale.

Giovani e lavoro: «Necessaria una ‘terza transizione’»

«La ricerca dimostra che per andare incontro alle esigenze e alle aspettative delle nuove generazioni occorre adottare un nuovo approccio, attraverso il quale possano sentirsi protagonisti», ha dichiarato il presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Assolombarda, Federico Chiarini.

Secondo cui per affrontare i grandi cambiamenti in atto: «è necessaria una ‘terza transizione’, quella che ha a che fare con la rigenerazione delle competenze attraverso la formazione. Si tratta di un processo in grado non solo di allineare la domanda e l’offerta di lavoro ma anche di “agganciare” le nuove inclinazioni dei giovani. Occorre aprire la strada verso le nuove professioni, affinché sempre più giovani lavoratori siano formati per lavorare al fianco di giovani imprenditori: da qui dobbiamo ripartire per affrontare i tempi che corrono».