Risparmio energetico, riduzione dello spreco alimentare e sviluppo di confezioni sostenibili per l’ambiente. Sono i tre grandi obiettivi che Esselunga si pone entro il 2025 nell’ambito del suo primo bilancio di sostenibilità presentato nei giorni scorsi. Una presa di posizione forte, quella del gruppo guidato da Marina Caprotti, tanto più se si pensa che Esselunga ha sempre evitato, se possibile, i riflettori, volendo «dare e fare in silenzio, senza mai dover raccontare» come sottolinea la presidente presentando il bilancio.
«Sul risparmio energetico – spiega Luca Lattuada, dirigente responsabile del bilancio di sostenibilità – la nostra scelta di campo è di non ricorrere a compensazioni ma di rendere più efficienti i nostri impianti. Lavoriamo già su solare, fotovoltaico, luci led, cogenerazione e microeolico. L’obiettivo è di diminuire del 30 per cento le nostre emissioni entro il 2025».
Sullo spreco alimentare Esselunga pensa di ricorrere anche all’intelligenza artificiale: «Svilupperemo un programma automatico di riordino dei prodotti da negozio a magazzino e da magazzino a fornitore per essere sempre di più ”just in time”: ordinare cioè oggi quello che siamo in grado di vendere già il giorno dopo. Nel settore alimentare eliminare le eccedenze del tutto è impossibile: per questo da anni collaboriamo col Banco Alimentare distribuendo frutta, verdura, pane, latte carne».
Quanto agli imballaggi, che tanta parte hanno nel ciclo dei rifiuti, «dal 2017 analizziamo il ciclo di vita dei nostri prodotti a marchio, dall’acquisizione delle materie prime allo smaltimento delle confezioni vuote. Dal 2019 abbiamo adottato per oltre 150 prodotti delle confezioni in cartone, bioplastica e prodotti compostabili tenendo però sempre presente che le confezioni devono garantire comunque la tenuta della qualità del prodotto ed essere trasportabili. L’obiettivo 2025 è di avere tutti i nostri prodotti a marchio Esselunga con confezioni in materiale riciclato, riciclabile o compostabile».
Dentro i negozi. La prima impressione l’hanno avuta molti dei clienti di Esselunga: in molti supermercati del gruppo il settore della frutta e verdura, subito dopo l’ingresso, è stato rimodulato allargando gli spazi. Una piccola rivoluzione nel percorso obbligato che il cliente viene invitato a seguire, un modello adottato da 60 anni da Esselunga.
«Abbiamo fatto questo cambiamento – spiega Gabriele Villa, direttore commerciale e operativo del Gruppo – a causa del Covid. Troppi assembramenti e contatti ravvicinati nel settore frutta e verdura. L’attenzione massima verso la sicurezza di dipendenti e clienti ci ha portato a diradare i banchi all’ingresso».
E in Brianza, cuore di Esselunga, come sta uscendo il Gruppo dall’emergenza coronavirus? «A gennaio e febbraio – risponde Villa a “il Cittadino” – stavamo andando bene. A marzo l’effetto accaparramento s’è fatto sentire: non è stato facile rifornire con continuità i banconi. Ma la sofferenza maggiore per noi sono stati i mesi i di marzo e aprile, col contingentamento degli ingressi negli store e il divieto per i cittadini di uscire dai Comuni. I nostri store richiamano clienti da tutti i Comuni vicini e quelli più grandi hanno sofferto. Da maggio la crescita è ripresa e la semestrale al 30 giugno ci indica una crescita delle vendite del 9 per cento rispetto al primo semestre 2019».
Nel lockdown è stato boom per l’e-commerce di Esselunga. «È quintuplicato e abbiamo anche avuto disservizi e lamentele dai clienti. D’altronde non è facile approvvigionarsi di migliaia di furgoni in pochi giorni. Crediamo molto nell’e-commerce, nel 2019 i nostri centri operativi dedicati a questo servizio sono già passati da 3 a 7».