Fermare la procedura di licenziamento, far rientrare al lavoro i dipendenti e, non ultimo, ottenere il risarcimento dei danni. Sono gli obiettivi del ricorso per attività antisindacale (articolo 28 dello Statuto dei lavoratori) che i legali di Cgil, Cisl e Uil stanno rifinendo in queste ore prima di depositarlo in tribunale.
Nel mirino dell’atto la Gianetti Ruote, l’azienda di Ceriano Laghetto di cui la proprietà, il fondo Quantum, ha annunciato la chiusura con conseguenti 152 licenziamenti.
«La nostra mossa – spiega Pietro Occhiuto, segretario generale dello Fiom Cgil Monza Brianza – vuol significare che, pur rimanendo disponibili a tutti i confronti, restiamo fermi nella difesa dei posti di lavoro».
E la invocazione della causale “attività antisindacale” sembra far trapelare, oltre all’ovvia difesa dei posti di lavoro, anche una sorta di irritazione per il “come”: chiusura annunciata ai lavoratori il 3 luglio, due giorni dopo ai sindacati. Il tutto a firma Quantum, una proprietà che i sindacati volgiono “stanare”.
Un timido segnale positivo è scaturito giovedì scorso dall’incontro in videoconferenza con rappresentanti del ministero per lo Sviluppo economico, presente anche la viceministra Alessandra Todde. Nell’occasione i rappresentanti della società hanno ribadito la volontà di procedere coi licenziamenti, dicendosi però disponibili a discutere nel caso spuntasse un acquirente.
Un’apertura apprezzata anche se le parti sindacali sono consce che la strada da fare sia ancora molta. Un interessamento sarebbe arrivato da un’azienda padovana non del settore automotive, disponibile a proseguire la produzione ma anche a convertirla se i macchinari dovessero permetterlo.
«Siamo ancora per forza di cose – rileva Tiziano Ripamonti della Fim Cisl Monza Brianza Lecco – in un ambito generico. Bisogna approfondire, la strada è ancora lunga». Tra le ipotesi in campo anche l’utilizzo del fondo si salvaguardia con Invitalia e altri soggetti industriali, sotto la regia del Mise.
Intanto la produzione è ferma, i clienti – tra i quali Iveco e Volvo – aspettano. Ennesima faccia della crisi dell’automotive, travolto anche dalla carenza di materie prime.
Unica certezza per ora il presidio dei lavoratori, teso a impedire la eventuale “fuga” di macchinari. I turni per agosto sono già stati fissati, l’estate della Gianetti si preannuncia ancora più calda.