Commercio estero, 2021 da record per la Lombardia

Per la Lombardia un 2021 da record con esportazione di beni per un valore che supera del 6,6% lo storico annuale del 2019. In questo quadro si distingue anche la provincia di Monza e Brianza per l’export di articoli farmaceutici.
Guido Guidesi assessore regionale
Guido Guidesi assessore regionale

Per la Lombardia un 2021 da record con esportazione di beni per un valore di 135,9 miliardi di euro che supera il precedente massimo storico annuale del 2019 (127,5 miliardi di euro, +6,6%). Emerge dal rapporto sul commercio estero della Lombardia nel quarto trimestre e il consuntivo 2021 pubblicato da Unioncamere Lombardia e in questo quadro si distingue anche la provincia di Monza e Brianza per l’export di articoli farmaceutici.

“Occorre anche considerare che i consistenti incrementi in valore sono legati alla dinamica dei prezzi, che è stata caratterizzata da sensibili aumenti nel corso di tutto il 2021”, sottolinea una nota.

Nel quarto trimestre l’attività delle imprese manifatturiere lombarde si è mantenuta su buoni livelli, nonostante i problemi riscontrati sul lato delle forniture e dei prezzi di materie prime ed energia. Una domanda estera ancora vivace, anche se con primi segnali di rallentamento, ha consentito all’export lombardo di crescere ulteriormente (+10,2% rispetto al trimestre precedente).

Quasi tutte le provincie superano i livelli 2019, grazie principalmente all’export di metalli di base e prodotti in metallo (Brescia, Cremona, Lecco, Mantova, Sondrio), sostanze e prodotti chimici (Bergamo), articoli farmaceutici (Monza e Brianza e Varese), computer e apparecchi elettronici (Lodi), prodotti tessili e abbigliamento (Milano). Pur crescendo rispetto all’anno scorso solo Pavia (-8,4%) per la quale pesa il -80% dell’export di prodotti tessili, abbigliamento, pelli-calzature e accessori rispetto al 2019 e Como (-0,5%) con una riduzione del 19% della stessa categoria di prodotti scontano ancora un gap rispetto al 2019.

Il comparto legato ai metalli e alle loro produzioni si conferma motore della ripresa (+34,3% rispetto al 2020 e +17,7% rispetto al 2019) con effetti positivi sulla maggior parte delle provincie. Rispetto al 2019 risultano in crescita anche i prodotti alimentari (+13,8%), le sostanze e prodotti chimici (+12,7%) e i computer e apparecchi elettronici (+12,2%). Positivi la gomma e materie plastiche (+9,1%), i mezzi di trasporto (+2,0%). In linea con il risultato pre-crisi, con piccoli incrementi, gli articoli farmaceutici (+0,7%) e i prodotti tessili, pelli-calzature e accessori (+0,4%). Non riescono, invece, a recuperare sul 2019 i macchinari e gli apparecchi (-1,4%).

“Numeri straordinari – ha spiegato l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Lombardia, Guido Guidesi – ottenuti grazie agli sforzi degli imprenditori lombardi e al supporto di Regione Lombardia che certificano una ripresa oramai strutturale. Purtroppo però fattori esterni come la pandemia energetica e l’assurda guerra in Ucraina stanno seriamente minando la crescita economica. Servono interventi immediati da parte del Governo e della Commissione europea. Rispetto alla pandemia ‘energetica’ i tempi di reazione degli enti sovraregionali sono troppo lenti. Abbiamo lanciato l’allarme lo scorso 20 ottobre e il primo intervento da Bruxelles è arrivato dopo 5 mesi. Dalle tempistiche, con cui si affrontano le problematiche delle aziende, dipende il futuro del lavoro”.

“Seppur con qualche aggiustamento congiunturale nel primo e nel terzo trimestre – ha commentato il presidente di Unioncamere Lombardia Gian Domenico Auricchio – il 2021 si caratterizza come l’anno dei record per l’export della nostra regione le imprese lombarde, protese verso i mercati internazionali, hanno prontamente agganciato la ripresa della domanda mondiale post crisi superando le difficoltà di approvvigionamento e gli incrementi di prezzo per materiali ed energia, anche se i recenti avvenimenti rischiano di vanificare i livelli raggiunti per l’aggravarsi della crisi energetica e delle dinamiche internazionali”.

L’incremento rispetto al livello pre-crisi del valore esportato verso tutte le destinazioni è del +7,5%. Per quanto riguarda i paesi di destinazion: Turchia +23,5%, Cina +23,4%, Brasile +20,1%, Regno Unito +18,2%, Israele +14,4%, Germania +10,1%. A questi si contrappongono le perdite verso l’Algeria (-30,2%) e Hong Kong (-13,2%). Negativo anche il risultato verso la Russia (-3,8% sul 2019) nonostante un 2021 in recupero rispetto al 2020 (+14,0%).