Ceriano Laghetto, in Regione si torna a parlare della Gianetti: sul piatto la reindustrializzazione dell’area

L’azienda ha chiuso in estate licenziando 152 persone. Non c’è ancora niente di concreto ma si è messo sul tavolo il problema: il Pirellone disposto a mettere in campo tutti gli strumenti a sua disposizione per ridare al sito un futuro produttivo
La Gianetti di Ceriano Laghetto
La Gianetti di Ceriano Laghetto Diego Marturano

La fabbrica è chiusa da questa estate ma ora si spinge per cercare di reindustrializzare l’area. La vicenda della Gianetti Ruote è tornata in Regione in occasione di un’audizione dedicata al sito di Ceriano Laghetto, convocata insieme dalla Commissione Attività produttive e dalla Commissione Territorio questi pomeriggio. Incontro al quale hanno partecipato anche i sindacati (quelli brianzoli e quelli bresciani dove c’è un altro stabilimento che fa capo alla stessa proprietà) , sindaci e Assolombarda. Non ci sono ancora prospettive concrete ma il tema è tornato sul tavolo.

“Oggi la prospettiva che dobbiamo dare alla vicenda della Gianetti Ruote – spiega Andrea Monti (Lega), Vice Presidente della Commissione Territorio e componente della Commissione Attività Produttive – è quella della reindustrializzazione dell’area. Abbiamo registrato con favore la disponibilità dell’Assessore Guido Guidesi di aprire un tavolo dove, ovviamente, deve sedere anche la proprietà che finora non ha mai preso in considerazione nessuna delle ipotesi che abbiamo messo in campo. Senza la collaborazione di tutti i soggetti coinvolti, le crisi aziendali non si possono risolvere. La chiusura dell’azienda è una ferita al sistema industriale lombardo e, in particolare, brianzolo. Dare un futuro produttivo all’area comporterebbe il riassorbimento almeno di una parte dei lavoratori che sono stati licenziati. Se non ridiamo un’identità industriale all’ex sito produttivo della Gianetti il rischio è che diventi un’area dismessa, uno delle centinaia di ’non luoghi’ sparsi sul nostro territorio, con enormi costi sociali ed economici per la comunità. Lavoriamo per mettere in rete tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti nella crisi per arrivare a un serio progetto industriale”.

La Regione è pronta, quindi, a mettere in campo tutti gli strumenti per il ritorno all’attività produttiva chiusa a luglio con il licenziamento di 152 persone, anche se il punto rimane ancora una volontà la volontà dell’azienda, di proprietà del fondo tedesco Quantum Capital Partner.

«Nei giorni scorsi -spiega Pietro Occhiuto, segretario generale della Fiom Cgil Monza Brianza- abbiamo chiesto un incontro con la provincia per aprire un tavolo istituzionale anche in funzione dell’incontro di oggi in Regione per capire come potrebbe essere reindustrializzata l’area». Molti lavoratori intanto hanno trovato una ricollocazione anche grazie alle politiche attive messe in campo dalla Regione.

Nel corso dell’audizione, coordinata dal Presidente della Commissione Attività Produttive Gianmarco Senna (Lega), sono intervenuti il Consigliere Pietro Luigi Ponti (PD), gli Assessori regionali alla Formazione e Lavoro Melania Rizzoli, allo Sviluppo economico Guido Guidesi e al Territorio e Protezione civile Pietro Foroni.