Si chiede la presenza della famiglia Canali al secondo tavolo che, presto, verrà convocato al Mise con la probabile presenza del Ministro Carlo Calenda. La solidarietà, intanto, arriva dalla presidente della Camera Laura Boldrini.
Durante l’incontro istituzionale al Ministero dello Sviluppo economico, avvenuto il 14 novembre e presieduto dal dottor Giampietro Castano, quest’ultimo «ha annunciato che convocherà un nuovo incontro il prima possibile -. spiega Tiziano Cogliati della Femca Cisl -. Ai Canali, di persona, sarà richiesto di essere presenti e di esplicitare le vere ragioni di questa scelta». Vale a dire, come ribadito in sede ministeriale da Matteo Bondavalli (responsabile risorse umane Canali spa), la chiusura del sito produttivo caratese con conseguente avvio della procedura di licenziamento collettivo per tutti i 134 dipendenti della sede Eraclon, cui si aggiungono una cinquantina di altre lavoratrici e lavoratori che, tramite cooperativa, operavano a domicilio.
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«L’azienda ha confermato la posizione di cessare l’attività produttiva nel sito di Carate – riferisce Cogliati della Cisl, che assieme ad Andrea Saccani della Filctem Cgil segue da vicino le sorti dei dipendenti -. Noi sosteniamo che ci siano le possibilità e le potenzialità per trovare soluzioni alternative ai licenziamenti. Il dottor Castano ha avvallato la nostra posizione e ha detto che è inconcepibile che un’azienda come la Canali cessi l’attività produttiva a Carate senza dare motivazioni valide».
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Dopo l’incontro al Mise, incotnro con Laura Boldrini interpellata per la vicenda brianzola dall’onorevole Davide Tripiedi (M5s). «La presidente ha detto che interverrà, scrivendo al Ministro, per cercare di fare in modo che l’azienda eviti i licenziamenti che hanno un impatto sociale altissimo visto che su 134 persone 130 sono donne» chiude Cogliati.