La Lombardia è tra le regioni italiane più attive nell’innovazione energetica sia per numero di brevetti presentati che per numero di startup. A rilevarlo il Rapporto Osservatorio Innov-E 2018 dell’Istituto per la competitività I-Com. Dei 102 brevetti legati all’energia depositati presso l’ufficio europeo nel 2016 dall’Italia, 20 provengono dalla Lombardia che, a pari merito con il Lazio, è la regione più vivace, in particolare nei settori del fotovoltaico e dell’energy storage, cioè dell’immagazzinamento dell’energia. A seguire Emilia-Romagna (8 brevetti), Piemonte e Veneto (6 ciascuna).
La Lombardia mantiene anche nel settore energetico la leadership nazionale per il numero delle startup. In regione sono attive complessivamente 2.193 startup, di cui 253 nel settore dell’energia su un totale nazionale di 1.274. Seguono l’Emilia-Romagna (136 startup energetiche), Veneto (117) e Campania (106).
A livello provinciale Milano e Roma si distinguono rispettivamente con 139 e 86 startup energetiche su 1.534 e 821 totali, seguite da Napoli, Torino, Bologna, Brescia (32), Padova, Salerno, Trento, Bari e all’11° posto Bergamo (30). Se, invece, si va a rapportare il numero delle neo-imprese alla popolazione, la classifica provinciale cambia con Roma che addirittura scompare dalle top 10 e Milano che è seconda se si guarda al numero complessivo di startup e decima per quel che riguarda l’energia.
Per quanto riguarda i settori di attività, nell’ambito energetico risulta ancora maggiore l’incidenza dei servizi, comparto in cui operano l’80 per cento delle start-up energetiche rispetto al 75,1 per cento del totale. Un altro 10,2 per cento sono impegnate nell’industria/artigianato (contro il 18,4% del benchmark medio). Prendendo in considerazione i dati relativi alle attivita’ delle startup in ambito energetico, in base alla classificazione Ateco (Camere di commercio d’Italia; InfoCamere), si evince che la maggior parte di queste si occupa di ricerca scientifica e sviluppo (1.130 imprese, l’89% del totale), 70 iniziative imprenditoriali si occupano di fabbricazione di apparecchiature elettriche ed elettroniche (5,5%), 64 fabbricano macchinari ed apparecchiature NCA (non classificabili altrove, 5% del totale) e le restanti 10 fabbricano autoveicoli, rimorchi e semirimorchi.