Da Banco Bpm 135 strutture specialistiche per le Pmi

Ritagliate su misura per le nuove sfide: green, digitalizzazione e le opportunità offerte dai fondi Pnrr.
Il responsabile coordinamento aziende dell’istituto di credito, Massimo Pasquali.

Sfida green, digitalizzazione, capacità di utilizzare le opportunità offerte dal Pnrr. Sono questi gli obiettivi del nuovo progetto avviato da Banco Bpm e rivolto alle Pmi. L’istituto di credito ha avviato 135 strutture specialistiche rivolte alle piccole e medie imprese in grado di offrire «risposte efficaci e in tempi rapidi alle esigenze più diverse delle aziende» con fatturato, o attivo di gruppo, compreso tra i 5 e i 75 milioni di euro, incluse le realtà del terzo settore e della pubblica amministrazione.

«Ci sono Pmi molto ben impostate sotto l’aspetto business, patrimoniale ed economico, che hanno ampia possibilità di espansione in Italia e all’estero – spiega Massimo Pasquali, responsabile coordinamento aziende di Banco Bpm -. E poi ci sono tante altre Pmi che sono più nella norma, diciamo, e che oggi hanno problematiche legate soprattutto all’aumento del prezzo dell’energia e alla più difficile reperibilità di materie prime e componentistica. In questi casi, le Pmi ci chiedono soprattutto sostegno per affrontare i maggiori costi e un ciclo economico più lungo. Per quanto riguarda la prima tipologia di aziende, invece, spesso concediamo finanziamenti anche strutturati per supportare investimenti importanti e straordinari».

Banco Bpm: 24 strutture specialistiche, in Brianza servite oltre 2mila aziende

Questo nuovo modello di organizzazione commerciale della banca, che a livello nazionale serve oggi circa 45mila imprese grazie all’attività di oltre 800 persone, si affianca all’attività tradizionale delle filiali. Nella direzione territoriale Milano e Lombardia Nord sono presenti 24 nuove strutture specialistiche per le Pmi, in cui operano 176 persone (22 nell’area di Monza e Brianza) al servizio di oltre 9mila aziende (2.292 in Provincia di Monza). Si trovano a Milano, Opera, Gorgonzola, Peschiera Borromeo, Monza, Agrate Brianza, Senago, Seregno, Saronno, Bellusco, Magenta, Legnano, Varese, Gallarate e Busto Arsizio.

Pandemia, rincaro delle materie prime e guerra in Ucraina rappresentano un trittico di “incidenti di percorso” che ha messo a dura prova il tessuto delle Pmi nazionali, lombarde e brianzole. «Fortunatamente non abbiamo ancora segnali di difficoltà vera e propria – prosegue Pasquali -. Sicuramente, gli imprenditori cercano di proteggersi e di fare degli aggiustamenti con quelle risorse necessarie per sostenere i maggiori costi e per non trovarsi in difficoltà vera magari tra tre mesi. Ma per le Pmi la situazione è ancora buona. Certo, come si dice, è un momento in cui bisogna “tirare su le maniche”. È comunque importante il dialogo tra azienda e banca. Nella ciclicità delle aziende, la banca deve essere letta come un partner. Con cui parlare sempre».

Banco Bpm: grandi opportunità per le Pmi

Le sfide, che poi sono opportunità, future per le Pmi sono già ben chiare: «Ci sono grandi opportunità per le aziende che vogliano investire nelle tematiche ambientali – commenta ancora Pasquali -. Noi siamo favorevoli a sostenere investimenti che vanno in questa direzione. Ma, oltre la transizione ecologica e la digitalizzazione, il prossimo fronte che si aprirà sarà quello dei fondi del Pnrr. Se ne parla da molti mesi, ma deve ancora, quasi, totalmente svilupparsi. Turismo e agricoltura sono i primi settori investiti dal Piano. E per le Pmi ci sono delle ottime opportunità da sfruttare»