La Germania per consentire l’accesso agli autotrasportatori vuole un tampone eseguito al massimo 48 ore prima. Lo vuole scritto in tedesco e in inglese e registrato su un portale ad hoc. Ed che per entrare dal Brennero bisogna affrontare anche 40 km di coda. I tir rimangono fermi ad aspettare perchè il Tirolo è considerata zona ad alto rischio contagio e chi passa di lì per andare a consegnare a qualche cliente tedesco deve affrontare ore di attesa. Un problema non da poco soprattutto se la merce che viene trasportata è particolarmente deperibile, come i generi alimentari. È quanto devono subire anche i trasportatori brianzoli costretti a disagi e costi altissimi.
«Non condanniamo la prudenza a livello sanitario -spiega Claudio Riva – presidente degli autotrasportatori di Apa Confartigianato Imprese Milano Monza – ci mancherebbe, ma le regole devono essere chiare e omogenee per i paesi dell’Unione. Speravamo che il tempo delle chiusure unilaterali fosse legato alla prima fase della pandemia».
I camionisti vengono dirottati su altri confini ma il problema rimane: «Il Brennero è il primo valico commerciale alpino con 38,8 milioni di tonnellate di merci trasportate su strada con un valore di più di 90 miliardi di euro (il 20% circa dei nostri prodotti): il principale accesso ai mercati del Centro e del Nord Europa per le merci italiane. È una questione che riguarda molti nostri autisti perché l’export delle nostre piccole imprese è strettamente legato al corridoio del Brennero, un asse strategico per il trasporto dei prodotti Made in Italy verso Austria, Germania, Belgio, Paesi Bassi, Danimarca, Norvegia e Svezia». E la Germania è il primo partner commerciale della Brianza.