La ripartenza è in atto, rispetto ad aprile, punto minimo del lockdown, maggio fa segnare un’attività sui livelli di quella di marzo. Recupero graduale ma ancora parziale. Rispetto al periodo precedente all’emergenza Covid il segno rimane negativo.
Un quadro coerente anche con la rilevazione condotta a metà maggio su circa 400 imprese dell’industria e del terziario associate ad Assolombarda, che nel 28% dei casi dichiarava di essere ancora parzialmente (21%) o totalmente chiuso (7%), a fronte del 72% completamente aperto. Resta alta, il 47%, la percentuale dei dipendenti ancora in smartworking.
Un lento recupero, insomma, quello della Lombardia, secondo quanto rivelano i numeri del Booklet Economia Assolombarda, elaborato dal Centro Studi dell’associazione, che segue i cali choc di marzo (-35%), aprile (-45%) e maggio (-30%). Uno shock omogeneo per classi di impresa: la contrazione di pmi e grandi firme del manifatturiero è del 10% per quanto riguarda la produzione nel primo trimestre 2020), mentre l’export fa meno 3% nel primo trimestre e meno 13,1% a marzo. Si salvano solo farmaceutica e alimentare. Hanno la peggio automotive, metalli e meccanica: qui il calo è più pesante rispetto al 10%, anche se maggio fa segnare un miglioramento come confermano i dati sui consumi energetici, sul traffico dei veicoli pesanti e gli spostamenti per motivi di lavoro, -35% a inizio giugno in Lombardia, dopo il -50% circa rilevato da Google Maps a metà maggio.
Resta basso l’indice di fiducia: soprattutto nei servizi. Per il manifatturiero la caduta dell’indice di fiducia a maggio rispetto a marzo è di 16 punti percentuali nel totale Italia e di 17 punti nel Nord-Ovest. Le attese sugli ordini sono negative. D’altra parte non hanno fiducia neanche i consumatori, anche se i numeri sono un po’ più incoraggianti rispetto alle imprese: il clima di fiducia perde a maggio altri 6 punti in Italia e 5 nel Nord-Ovest rispetto a marzo, quando la flessione era stata di 10 punti rispetto a febbraio.
Infine l’occupazione: iIn Lombardia tra gennaio e marzo si rileva una diminuzione di -3 mila occupati, indotta da un calo degli occupati indipendenti (-35 mila) cui si contrappone un aumento dei dipendenti (+32 mila). Il tasso di disoccupazione scende al 4,8% conun aumento degli inattivi, di coloro che il posto non lo cercano neanche più. Gli annunci di lavoro pubblicati sul web (fonte Burning Glass-Crisp) parlano ad aprile di un meno 51% in regione rispetto all’anno precedente. E la cassa integrazione è alle stelle: 295 milioni di ore autorizzate in Lombardia ad aprile (182 milioni) e maggio (113 milioni), in soli due mesi pari al 95% di quelle riferite all’intero anno 2010, picco della Grande Crisi. Fonte: www.genioeimpresa.it