Un documento pragmatico e costruttivo. Un libro bianco sul lavoro che mancava da diciassette anni (l’ultimo nel 2001 fu coordinato da Marco Biagi), uno strumento per guardare al futuro senza le lenti del passato. È stato presentato giovedì mattina nella sede milanese di Assolombarda il libro “Il Futuro del lavoro” che espone la visione di Assolombarda sul futuro del lavoro e formula alcune proposte con uno sguardo rivolto al 2030. Il volume, nato dalla collaborazione con il centro studi Adapt e dal confronto con le imprese, affronta una serie di punti chiave utili a comprendere i cambiamenti in atto nel mondo del lavoro.
Alfabetizzazione digitale
“Questo documento-ha spiegato Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda- mira a esprimere una visione su quello che ci attendiamo possa essere il lavoro tra una decina d’anni e nello stesso tempo vuole essere uno spunto di discussione e di proposte da sviluppare sia in chiave nazionale che a livello locale, seguendo una logica di dialogo e confronto tra mondo delle imprese e istituzioni, organizzazioni sindacali, mondo dell’istruzione e della formazione. In un momento in cui tutto sembra fermo abbiamo sentito l’esigenza e l’urgenza di guardare avanti ed essere pronti ad affrontare con gli strumenti adeguati le sfide del futuro”. Il libro mette in evidenza cinque aree di cambiamento: nuove tecnologie, fattori demografici, dinamiche territoriali e sostenibilità ambientale, professionalità e competenze, rappresentanza. “La trasformazione digitale-ha sottolineato Mauro Chiassarini, vicepresidente di Assolombarda-mette in luce il divario di conoscenze da colmare affinché la domanda delle aziende e le competenze dei lavoratori possano incontrarsi. Una proposta in questo senso potrebbe essere quella di alfabetizzare a livello digitale non solo i lavoratori ma anche i cittadini del nostro territorio. L’invecchiamento della popolazione porterà a un conseguente invecchiamento dei lavoratori mentre la spinta all’innovazione richiede un costante aggiornamento di competenze. Le imprese possono giocare un ruolo fondamentale insieme alle istituzioni, le università, i centri di formazione”.
I rappresentanti di Assolombarda si sono soffermati anche sulla questione della sicurezza. Un aspetto che secondo Bonomi va ripensato “evolvendo da una visione di fabbrica chiusa alla concezione del luogo di lavoro in uno spazio esteso”. La sicurezza, per il presidente degli industriali lombardi, deve essere intesa “non solo nei luoghi tradizionali di lavoro ma in tutto l’ecosistema, nelle intere città per rispondere ai processi di trasformazione del lavoro, alle nuove modalità di smart working”.
Non si paga più a ore
E in tema di cambiamenti Bonomi ha anche evidenziato che “il mondo del lavoro che già si incomincia a intravedere si fonda su carriere discontinue, improntate su competenze in costante aggiornamento. Oggi siamo ancorati a una logica di breve termine in cui il dibattito si concentra sulla tipologia di contratto. Ciò non significa che il contratto a tempo indeterminato si estinguerà ma è forse giunto il momento di riflettere sulla sua effettiva ed esclusiva rispondenza di un mondo del lavoro destinato a profondi cambiamenti”. E di fronte alla possibilità di cambiare o di arricchire la mansione, di svolgere più compiti e in modo autonomo anche i sistemi di inquadramento attuali rischiano di diventare una gabbia troppo stretta. E ancora, lo sviluppo del lavoro agile implica un cambio di paradigma nella valutazione della prestazione. “L’idea dell’ora –lavoro come parametro della misurazione del valore della prestazione sembra già oggi superata”ha precisato Bonomi. Al volume “Il futuro del lavoro” ne seguiranno altri dedicati a temi strategici per la crescita di imprese, persone e territorio.