Agrate addio, destinazione Corsico o Puglia, unico modo per tenersi un lavoro che per molti è part time. I lavoratori del call center Covisian, ora destinati a Comdata dopo che quest’ultima ha acquisito la commessa Edison su cui lavoravano, non hanno altra scelta. O accettare di andare nella sede del nuovo datore di lavoro, a Corsico. Oppure, se dovessero rifiutare restando in Brianza, alla Covisian, trasferirsi a Bitritto, in provincia di Bari o a Casarano, in provincia di Lecce. L’incontro tra le aziende e i sindacati di mercoledì non ha smosso i datori di lavoro da questa posizione.
Le organizzazioni sindacali hanno chiesto a Comdata di lasciare almeno per qualche tempo i lavoratori nella sede brianzola (Covisian d’accordo) per consentire loro di organizzarsi per affrontare la nuova situazione. Ma la risposta è stata no. Anzi è stato comunicato che non lavoreranno più neanche sulla commessa Edison, che seguivano da tempo, per la quale è stato formato altro personale. Il problema per molti dipendenti , diversi dei quali donne e madri di famiglia, è che bisogna affrontare le spese di un viaggio dalla Brianza a Corsico facendo affidamento sullo stipendio di un conratto part time: un circostanza che significa una riduzione consistente delle entrate mensili. Non solo il traffico intorno a Milano e la distanza faranno perdere tempo prezioso per la gestione della famiglia. Comdata finora non è venuta incontro a queste esigenze: la sede deve rimanere Corsico e di smart working non se ne parla.
Rifiutando la proposta del nuovo datore di lavoro d’altra parte, i lavoratori resterebbero a Covisian, che ha già aperto per loro una procedura di trasferimento non a Milano, dove ha una sede, ma in Pugliai. Per questo i sindacati (Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil) hanno proclamato lo stato di agitazione e uno sciopero che venerdì ha portato a un presidio a Milano, in Foro Bonaparte, davanti alla sede di Edison.
«Abbiamo chiesto -spiega Vittorio Serafin della Cgil Monza Brianza- un incontro alla IV commissione della Regione Lombardia, e vorremmo un intervento di Edison». I tempi però stringono: Comdata vuole dai dipendenti una risposta entro il 27 settembre. Per chi non accetterà il rischio di perdere il lavoro è concreto. Il problema è la clausola sociale che garantisce al personale il passaggio all’azienda che acquisisce un lavoro, ma nulla dice sulla sede di lavoro e sulla continuità della commessa. E allora il lavoro c’è ma invece di restare in Brianza bisogna andare a Corsico con spese consistenti per un parti time e pesanti problemi nella gestione familiare. L’alternativa è ancora peggio: andare in Puglia.
“Il Sindacato ha fatto diverse proposte per risolvere questo problema -spiegano Cgil, Cisl e Uil: lavoro remotizzato, coworking, ricollocazione in altre commesse ecc. Nessuna delle soluzioni proposte è stata presa in seria considerazione dalle due aziende. La clausola sociale è stata pensata con l’obiettivo di tutelare la retribuzione ed i posti di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori durante il cambio appalto ma tutto questo non sta avvenendo. In nessun modo accetteremo tentavi di svuotamento e delegittimazione della clausola sociale con il mero scopo di avvantaggiare il “business” aziendale”