Agrate, chiusura Fiav con 46 licenziamenti e l’azienda ne ricolloca 18. I sindacati: «Troppo pochi»

Lunedì si è tenuto uno sciopero e giovedì 24 si terrà un incontro tra le parti che concluderebbe la prima parte della procedura. Ecco le richieste di Cisl, Cgil e Sial Cobas
Fiav
Fiav Fabrizio Radaelli

La società è stata messa in liquidazione, chiudendo la fabbrica di Agrate con il conseguente licenziamento di 46 dipendenti. Per questo i lavoratori della Fiav lunedì hanno scioperato tenendo un presidio davanti ai cancelli.

L’azienda ha ipotizzato un recupero parziale di attività e produzione con l’assunzione per circa 18 lavoratori in Calvi (la proprietà di Fiav) o in alcune società del gruppo e un incentivo per i restanti lavoratori. Una proposta valutata insufficiente dalle assemblee dei lavoratori che si sono tenute la settimana scorsa.

Giovedì 24 febbraio, intanto, è programmato un altro incontro perchè scadono i primi 45 giorni della procedura in seguito ai quali si dovrebbe aprire il tavolo in Regione. Nella stessa giornata è proclamato un ulteriore sciopero dalle 12 alle 14.

Le richieste di Fim Cisl Monza Brianza Lecco, Fiom Cgil Monza Brianza, Sial Cobas e delle Rsu sono: un numero superiore di ricollocati, un accordo che preveda un impegno alla ricollocazione da parte delle società del gruppo che duri nel tempo al fine di trovare soluzioni occupazionali per chi avrà difficoltà a trovare un nuovo posto di lavoro, un incentivo economico superiore a sostegno economico che le famiglie si troveranno con la perdita del posto di lavoro.