Teatro: al San Rocco di Seregno c’è “Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte”

“Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte”, tratto dal romanzo di Mark Haddon per la regia di Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani, in scena nel fine settimana al Teatro San Rocco di Seregno.
Una scena de "Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte" in scena al teatro San Rocco di Seregno
Una scena de “Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte” in scena al teatro San Rocco di Seregno Paolo Volonterio

Al teatro San Rocco di Seregno, sabato 5 e domenica 6 marzo, alle 21, va in scena “Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte” di Simon Stephen , tratto dal romanzo di Mark Haddon, per la regia di Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani.

È il recupero della seconda commedia programmata nel cartellone della 48esima stagione di prosa, che era stata sospesa a causa della pandemia.

Mark Haddon con il suo romanzo “Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte” è riuscito in un’impresa eccezionale: ha dominato le classifiche mondiali raccontando, come in un giallo, le peripezie di un adolescente autistico (un adolescente Asperger, per la precisione) alle prese con la più grande sfida della sua vita. Merito di “una scrittura seria eppure divertente – come ha sottolineato Ian McEwan – che possiede il raro dono dell’empatia”.

E la forza di questa splendida storia non si è esaurita nelle pagine del libro, ma è si propagata in palcoscenico con l’intelligente riscrittura di Simon Stephens, il cui testo ha ottenuto a Londra un eccezionale successo di pubblico e ha vinto nel 2013 sette Laurence Olivier Awards (tra cui migliore opera teatrale) per poi trasferirsi a New York dove ha vinto quattro Tony Awards.

Un successo che Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani hanno saputo rinnovare sulle scene italiane con scelte registiche lontane da quelle iper-tecnologiche dell’edizione inglese, ma capaci di esaltare la qualità della scrittura, il suo ritmo, la polifonia dei personaggi e il lavoro attorale.

I registi hanno costruito uno spettacolo – debuttato nel dicembre 2018 – nel quale dialogano, con grande armonia, i più diversi linguaggi teatrali. Le scene di Andrea Taddei, come grandi pagine di un quaderno, si animano dei video di Francesco Frongia e dei disegni Ferdinando Bruni; i movimenti scenici di Riccardo Olivier e Chiara Ameglio orchestrano la moltitudine di buffi e inquietanti personaggi che popolano il mondo del protagonista, mentre le musiche originali di Teho Teardo sembrano amplificare la sua emotività.

Al centro di tutto una compagnia intergenerazionale di dieci attori: nel ruolo di Christopher Daniele Fedeli, talentuoso attore di 24 anni protagonista di un grande exploit, Davide Lorino nel ruolo del padre ed Elena Russo Arman in quello della maestra che lo convince a raccontare la sua storia; a spartirsi gli altri ruoli Corinna Agustoni, Cristina Crippa, Marco Bonadei, Alessandro Mor, Nicola Stravalaci, Debora Zuin.

La commedia segue fedelmente la trama dell’originale: il 15enne Christopher decide di indagare sulla morte di Wellington, il cane della vicina. Capisce subito di trovarsi davanti a uno di quei misteri che il suo eroe, Sherlock Holmes, sapeva risolvere, perciò incomincia a scrivere un libro mettendo insieme gli indizi del caso dal suo punto di vista. E il suo punto di vista è davvero speciale. Perché Christopher ha un disturbo dello spettro autistico che rende complicato il suo rapporto con il mondo. Odia essere toccato, odia il giallo e il marrone, si arrabbia se i mobili di casa vengono spostati, non riesce a interpretare l’espressione del viso degli altri. Scrivendo il suo libro, Christopher inizia a far luce su un mistero ben più importante di quello del cane barbone. Come è morta sua madre? Perché suo padre non vuole che lui faccia troppe domande ai vicini? Più racconto che fiaba, amarissimo e crudele, con rari sprazzi di timida felicità. È la storia di un viaggio che diverte, certo, ma che fa pensare, dove il protagonista è un ragazzo infelice che insegue la vita. Un ragazzo pieno di tenerezze, di curiosità, di inconfessabili solitudini.

Le prenotazioni sono in corso al botteghino di via Cavour 83, telefono 0362 230555, tutti i giorni dalle 20 alle 21.30, sabato dalla 18 alle 21.30 e domenica dalle 20 alle 21.30.