Un pubblico forse più numeroso del previsto ha assistito venerdì 24 gennaio all’incontro di presentazione della conclusione del restauro della basilica San Giuseppe di Seregno, ospitato dalla stessa chiesa madre locale. L’appuntamento, coordinato da Carlo Mariani, progettista dell’intervento, è stato introdotto da monsignor Bruno Molinari. Il prevosto ha confidato che «vedendo i lavori effettuati in questi anni, mi viene in mente Sant’Ignazio di Loyola: ciò che è stato fatto è per la grazia di Dio. Consegniamo alle nuove generazioni il patrimonio ricevuto. Abbiamo lavorato per restituire bellezza alla nostra basilica. Grazie a chi ha contribuito, in modo diverso, ma dando il cuore: da agosto ad oggi abbiamo raccolto 188mila euro di offerte». Un riscontro notevole, se si considera che il preventivo per il secondo lotto, che comprendeva il rinnovamento della parte centrale dell’edificio e delle quattro cappelle laterali, era di 264mila euro, esclusi i lavori sull’impianto di illuminazione, inseriti in un secondo momento.
Basilica San Giuseppe: i pareri dei professionisti al lavoro

Il canovaccio ha concesso uno spazio a tutti i professionisti coinvolti. «Abbiamo utilizzato tre tipologie di colore -ha sottolineato Mirca Pomponio della ditta Fratelli De Carlini-, per i fondi, gli archi e le lesene. Sono stati necessari alcuni risanamenti antiumido». Di suo, qui Carlo Mariani ha aggiunto che «il progetto ha messo in evidenza l’architettura della basilica. Le lesene hanno un colore più intenso, gli elementi portati o decorativi sono stati dipinti con il bianco. Prima c’era una colorazione uniforme». La decoratrice Anna Laura Denova ha quindi sottolineato che «mi sono occupata delle dorature della cappella di San Giuseppe, che ne era priva. La doratura segue alcuni passaggi fondamentali, uno dei quali è l’isolamento, ed è stata fissata con una gomma lacca».
Basilica San Giuseppe: il recupero di alcuni affreschi coperti

Emozionata è apparsa la restauratrice Chiara Ferrario: «Con il secondo lotto, come restauratrici ci siamo divertite di più rispetto al primo. Fondamentale è stata la documentazione storica fornita dallo studio Mariani. Si sapeva che la chiesa prima del restauro degli anni sessanta era più decorata ed abbiamo portato alla luce alcuni affreschi. Nella cappella del Santo Crocifisso, abbiamo ritrovato gli affreschi della Madonna e di San Giovanni. Anche i due stemmi laterali sono stati discialbati. Nella cappella dell’Immacolata è stato ritrovato l’affresco dell’angelo musicante». Mariani ha inoltre informato che le indagini diagnostiche sulle colonne hanno dato garanzie sulla loro tenuta, mentre Marco Fortunati, tecnico dell’illuminazione, ha assicurato che gli impianti a led «permetteranno un risparmio del 50 per cento, con corpi illuminanti che sono regolabili e consentono più scenari». Edo Isella alla tromba e Marco Villa all’organo hanno infine accompagnato una dimostrazione pratica di questi scenari.