Monza – Del dire, non dire, del dissimulare e di Roberto Sanesi. Basterebbero i versi di una sua poesia del 1976 per decifrare le architravi della produzione artistica del poeta, critico e saggista scomparso nel 2001 e protagonista della lirica italiana del secondo Novecento: una stagione complessa e diventata nel tempo la declinazione della disintegrazione delle categorie propria dell’ultima met del secolo breve. Sanesi ne stato protagonista anche e soprattutto in questo: nel saper intercettare e interpretare alcuni dei sintomi migliori con uno sguardo ben pi lontano dell’eterna provincia italiana, trovandone le radici nello sterminato lavoro di traduzione della poesia anglosassone. Come avevano fatto Pavese, Vittorini per gli americani o Calvino per la Francia, come sapevano fare altri secoli prima cercando di cogliere il respiro pi profondo dell’identit europea.
I piedi a Milano e il cuore soprattutto al di l della Manica, Sanesi ha raccolto quanto c’era di pi evidente in quei decenni del secolo scorso: capire che la parola, da sola, spesso non bastava pi. O che era un sintagma ben pi complesso di quanto non fosse disposta a mostrare. Di questo si parler con I colori delle parole, la mostra che l’Universit popolare di Monza ha preparato per la galleria civica (via Camperio) sotto la cura di Alberto Crespi. un Omaggio a Roberto Sanesi, a dieci anni dalla sua scomparsa, una selezione di opere di poesia visiva in cui il milanese ha misurato larga parte del suo sguardo telescopico. Di poesia visiva e non solo: in galleria una cinquantina di esercizi sulla scrittura visuale in forma di pagine scritte e dipinte, a partire dagli anni ’60 fino al 2000 oltre a documenti, volumi a firma dell’autore e libri d’artista, cataloghi, manoscritti inediti, lettere e fotografie originali. E addirittura la sua voce, una vecchia registrazione in cui Sanesi legge che sar diffusa in via Camperio, riportando la qualit del suo respiro, scrive Crespi, ovvero quello del pi inglese dei milanesi: quel tono privo di ogni enfasi, quando non un po’ dimesso, che coglie per le sfumature dei lemmi e i silenzi nello scritto, restituendo una percezione avvolgente dell’assieme parola-spazio.
Costruita con il contributo delle gallerie Montrasio arte e di collezioni private, e soprattutto grazie alla moglie e al figlio dell’artista, Anita e Federico, la mostra anche un nuovo capitolo nel lavoro di classificazione dell’opera di Sanesi, il solo che pu salvare la memoria di uno scrittore osserva Crespi – e questo ci che per Sanesi si sta facendo, con la pervicacia e l’entusiasmo necessari a sondare un hardware pluristratificato in sei decenni di pensiero e d’attivit, se vero, come vero, che i primi documenti significativi, quadernetti ordinatissimi d’appunti, risalgono ai quindici anni dell’ autore . Un momento fondamentale che oltre al patrocinio di Comune e Provincia ha trovato anche il sostegno della Regione Lombardia.
Centrale, comunque, la dimensione della poesia visuale, che potrebbe trovare una dichiarazione d’intenti sempre nel 1976, quando Roberto Sanesi scriveva dire non dire, dissimulare dicendo, spostare/ il segno, il confine per evitare (che cosa?);/ dev’essere infatti per ragioni pratiche che esiste,/ da qualche parte, una realt prestabilita. Nei fogli, la quintessenza del respiro – conclude Crespi -. La costruzione realizzata affastellando o dilatando la parola scritta, architettonicamente organizzata o, al contrario, emergente da vaste solitudini bianche con rade macchie d’aquerello, si impone l nel ritmo, qui in aritmie reintegrate da sottili nessi geometrici. Anche in questa accezione – che conferisce, con leggera o trasgressiva ironia, visibilit immediata ad una formidabile cultura – la scrittura di Sanesi riflette il puro piacere, rivestendosi di colore.
L’inaugurazione gioved 22 settembre. Non un rituale qualsiasi ma un quasi happening (dalle 18) con l’intervento di studiosi e un breve concerto jazz di Federico Sanesi con Maurizio Pisati e Elena Casoli, oltre a un reading curato da PoesiaPresente. La mostra avr altri due appuntamenti collaterali per approfondire il lavoro di Sanesi, entrambi nell’aula magna del liceo Zucchi (piazza Trento e Trieste): mercoled12 ottobre (alle 15.30) conferenza di Giorgio Zanchetti, dell’universit statale di Milano,seguito da un reading, quindi mercoled19 ottobre (sempre alle 15.30) l’intervento di Carlo Sini, ancora una volta seguito da un reading poetico. La mostra in via Camperio sar aperta fino al 19 ottobre,da marted a venerd dalle 16 alle 19, sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19.
Massimiliano Rossin