Festeggiare cent’anni di vita sono l’occasione migliore per guardare, ancora una volta, un po’ più avanti. E per provare a declinare ancora una volta la propria storia nel contemporaneo, anzi: nel futuro. Così ha pensato la Giovanardi di Concorezzo che, in occasione del suo primo secolo di vita, ha deciso di trasformarsi in residenza d’artista per offrire – da una parte – il suo patrimonio di conoscenza alla creatività e dall’altra mettere alla prova quel know how centenario nelle mani (e soprattutto nella testa) dell’arte.
Nasce così “10X100 fabbrica d’arte contemporanea”: il progetto con cui l’azienda che si occupa di design e di progetti per il retail dei grandi marchi dell’industria e della moda, ha deciso di celebrare il secolo di fondazione. In continua evoluzione, che significa innovazione in un settore “dove quello che facciamo oggi tra un anno è vecchio” spiega Massimo Giovanardi, presidente e amministratore delegato della società guidata con il cugino Vittorio che ha tra i clienti Armani, Bulgari, Dior, Dolce&Gabbana, Bmw, Prada e Samsung.
Non invecchia l’arte o almeno: non dovrebbe farlo. E allora la Giovanardi ha deciso di offrire il suo patrimonio di conoscenze tecniche a dieci artisti selezionati dai curatori Martina Cavallarin e Marco Tagliafierro per creare in azienda, a Concorezzo, altrettante opere d’arte nel corso dei prossimi mesi.
Sono Alessandro Agudio (1982, Milano, vive e lavora a Berlino), Marie Denis (1972, Bourg-Saint-Andréol, vive e lavora in Francia), Marotta&Russo (1969, Udine – 1971, La Chaux de Fonds, vivono e lavorano tra Udine e Venezia), Jacopo Mazzetti (1987, Milano, dove vive e lavora), Daniele Milvio (1988, Genova, vive e lavora tra Milano e Ansedonia), Gianni Moretti (1978, Perugia, vive e lavora tra Milano e Berlino), Riccardo Paratore (1990, Eutin, vive e lavora tra Milano e Parigi), Riccardo Previdi (1974, Milano, vive e lavora tra Merano, Bolzano e Milano), Michele Spanghero (1979, Gorizia, vie e lavora tra Trieste, Berlino e Parigi), Patrick Tuttofuoco (1974, Milano, dove vive e lavora).
Da febbraio a luglio, indicativamente, per avere poi il tempo di costruire la mostra aperta a tutti negli orari di apertura degli uffici, esattamente come un museo o una galleria d’arte: dal primo ottobre al 30 novembre chiunque potrà presentarsi in via Ozanam per chiedere di vedere il risultato del lavoro dei dieci artisti scelti accompagnati dagli studenti del liceo Valentini di Monza (e forse delle Preziosine) come guide formate in un percorso di alternanza scuola-lavoro.
Le opere (che resteranno agli artisti, e non come spesso accade appannaggio del committente) saranno allestite lungo i corridoi e le sale dell’azienda che comunque ha già fatto esperienza diretta e immersiva con l’arte: lo scorso novembre la società ha lavorato con Gianni Moretti, artista incaricato dalla Soprintendenza di Lucca di progettare un monumento alla memoria per le vittime dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema, l’11 agosto del 1944 per mano delle SS naziste.
I reparti della Giovanardi hanno contribuito a ideare e hanno realizzato i “cardi” in metallo (il riferimento è una leggenda tedesca, secondo la quale nascono cardi sui luoghi di un omicidio) distribuiti lungo il sentiero percorso dalle vittime. Anzi, di una vittima in particolare della strage: Anna, venti giorni di vita, per la quale sono stati piantati 27mila “cardi”, uno per ogni suo giorno di vita non vissuto fino a quel novembre. Opera d’arte realizzata con l’aiuto di tutti i dipendenti della Giovanardi.
Ora il progetto “10X100” offre a dieci artisti la possibilità di misurarsi con il quasi infinito: quello della potenzialità tecnica della società al servizio della loro arte. A singhiozzo in base alle loro esigenze e a quelle della produzione saranno a Concorezzo da qui all’estate per dare corpo ai progetti che nei mesi scorsi, grazie al confronto con la società, sono già stati abbozzati.
“L’arte è un dispositivo potentissimo – ricorda Martina Cavallarin – L’artista è un manipolatore di segni presenti nel mondo” che spesso sono soverchianti rispetto alle disponibilità creative.
In questo senso Giovanardi sarà lo strumento della creazione messo a disposizione di dieci artisti “scelti per la loro capacità chirurgica e allo stesso tempo estetica”, capaci cioè di interpretare i mezzi presenti in azienda e la dimensione stessa della società, che declina, per mestiere, il bello: “Per loro, gli artisti, sarà il Paese dei balocchi, al punto che nei primi incontri per alcuni si è manifestato il panico di fronte alle possibilità esistenti in questa azienda”.
“Sono peraltro artisti che lavorano le stesse materie su cui opera Giovanardi”, ha ricordato Marco Tagliafierro: “Qui hanno scoperto potenzialità della materia che forse nemmeno avevano immaginato. La sfida è quella di un’azienda che per questi mesi sarà al limite massimo di tensione” per l’opportunità e la sfida, allo stesso tempo, di dare corpo alle opere che gli artisti vorranno progettare, tenendo presente che per l’arte l’essere misura dell’uomo è allo stesso tempo la possibilità di riportare la realtà nell’umanità e di vedere l’oggetto oltre la sua dimensione prestabilita, cioè al di là del contesto. Qui le premesse: la prospettiva innovativa e trascendente (e del sempre) di chi guarda con gli occhi dell’arte nelle mani di chi fa innovazione immanente.