Vi dà sui nervi il traffico di Monza la mattino o appena il cielo butta giù una manciata di millimetri di pioggia? Allora probabilmente non avete mai fatto i conti con il Gra, il Grande raccordo anulare di Roma, una delle strade più critiche d’Italia, con ogni probabilità. Che è poi lo scenario scelto da Gianfranco Rosi per girare il film”Sacro Gra” e portarsi a casa, con quello, il Leone d’oro al festival del cinema di Venezia. La pellicola in realtà è un documentario e per capire come sia stato possibile trasformare un’autostrada in documentario e questo in pezzo di storia della cinematografia italiana, c’è poco tempo: lo mette in programmazione il cinema Capitol di Monza in via Pennati lunedì 30 settembre e mercoledì 2 ottobre alle 21.15.
Rosi ha impiegato due anni per le riprese del documentario, che racconta storie sopra e attorno il raccordo autostradale: come quelle di un nobile decaduto, un pescatore d’anguille, un botanico che lotta per e palme, prostitute transessuali. «Nel paese che ha inventato le città, convivono ormai in ogni città due anime opposte, i centri storici più straordinari e le periferie più atroci – ha scritto Curzio Maltese – Nella capitale questa schizofrenia esplode. Al centro rimane la Roma delle mille meraviglie e intorno, lontano anni luce, prolifera nel traffico e a un ritmo selvaggio l’ammasso informe cresciuto intorno al raccordo anulare».