Il primo risultato è arrivato: Villa Mirabellino nel Parco di Monza ha ottenuto più di 2mila voti, la soglia necessaria per essere candidabile ai finanziamenti di recupero messi a disposizione ogni due anni da Fai (Fondo ambiente italiano) e Intesa Sanpaolo. Nei giorni scorsi i voti per la campagna “I luoghi del cuore” hanno raggiunto il traguardo: ora però si tratta di entrare nel 2021 negli spazi ai quali vengono destinati i fondi, in base a un progetto di recupero. E allora il Consorzio Villa reale e Parco ha deciso di aderire formalmente a “I luoghi del cuore” promuovendo nel frattempo anche un comitato spontaneo che sostengo lo storico edificio gemello di Villa Mirabello.
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Il comitato si chiama “Amici del Mirabellino”: «La partecipazione di Villa Mirabellino alla decima edizione de “I luoghi del cuore” del Fai – spiega il oresidente del Consorzio Villa Reale e Parco di Monza, Dario Allevi – è un’occasione da non perdere per accedere ai fondi in grado di finanziare un progetto di recupero dell’edifico, uno dei simboli del complesso monumentale del Parco. E, cosa ancora più significativa, la candidatura alla campagna del Fai nasce dal basso. È, infatti, sostenuta dagli “Amici del Mirabellino”, il comitato spontaneo di donne e uomini che amano, come noi, il nostro gioiello verde».
È stato un edificio di grande splendore fino al regicidio di Umberto I di Savoia, ricorda la Reggia di Monza. “Abbandonato e snaturato per circa un secolo, ora non solo mostra ancora la propria nobiltà, ma è parte integrante, elegante e scenografica, di quell’impianto binato, ovvero costruito in abbinamento, che il cardinale Angelo Maria Durini volle creare nel 1776 con la già esistente Villa Mirabello. Inglobata nel Parco Reale, durante la sua realizzazione nel 1805, fu residenza prediletta di Eugenio di Beauharnais e della consorte Augusta Amalia di Baviera, che preferiva l’atmosfera intima e la quiete della piccola dimora duriniana, tanto da ribattezzarla Villa Augusta. Villa Mirabellino merita di essere recuperata e valorizzata da un progetto che la renda nuovamente patrimonio fruibile del territorio”.
Per il direttore del consorzio, Giuseppe Distefano, «in questo momento storico indubbiamente incerto, tutelare il nostro passato e progettare il nostro futuro, è doveroso. La protezione e la trasmissione dei valori culturali intrinseci al bene sono un impegno che intendiamo assumerci e per il quale risulta fondamentale fare rete, creare scambi, collaborazioni e sinergie, come in questo caso, dove il contributo di ognuno di noi può fare la differenza».
Duemila voti sono stati raggiunti, ma è meglio proseguire nella raccolta delle firme: si può fare direttamente sul sito del Fai a questo indirizzo con pochi clic.