Monza: checkup agli affreschi degli Zavattari da 500mila visitatori

A 10 anni dalla fine dei restauri della cappella di Teodolinda, decise nuove analisi sullo stato delle pitture murali del ciclo degli Zavattari.
Monza Duomo Cappella Zavattari
Monza Duomo Cappella Zavattari

Dieci anni fa Monza ritrovava uno dei suoi capolavori più celebri, restituito al pubblico così come lo videro i contemporanei della famiglia Zavattari nel XV secolo. A un decennio dalla fine dei restauri della cappella di Teodolinda, la Fondazione Gaiani, l’ente di gestione, tutela e valorizzazione del complesso monumentale, ha deciso di promuovere lo svolgimento di nuove analisi per verificare lo stato di conservazione delle pitture murali.
Un controllo a dieci anni dal termine dei lavori, reso necessario in seguito ai diffusi e massicci cambiamenti climatici, «per assicurarsi che le condizioni ambientali siano ancora ottimali per la salvaguardia del ciclo pittorico degli Zavattari», fanno sapere della Fondazione.

Monza: checkup agli affreschi degli Zavattari da 500mila visitatori, i numeri delle visite

Una cura che diventa lo strumento più efficace per la duratura conservazione del ciclo pittorico dedicato alla regina longobarda, un tesoro che negli ultimi dieci anni, dalla riapertura al pubblico a ottobre del 2015, dopo sei anni di lavori, ha attirato quasi mezzo milione di visitatori. Tra loro ci sono anche 10.000 fortunati che tra febbraio e aprile del 2015 riuscirono ad accedere (solo su prenotazione) alla visita speciale sui ponteggi del cantiere ancora allestito, per ammirare da vicino dettagli e minuzie: dalle sfumature degli abiti ai lineamenti dei visi fino al campionario straordinario degli animali e delle piante conosciute nel XV secolo.

Monza Duomo Cappella Zavattari
Monza Duomo Cappella Zavattari

Conti alla mano la cappella che custodisce la corona ferrea continua ad incantare un numero di visitatori in costante crescita, sia per quanto riguarda le scolaresche, che coprono circa il 20% degli utenti della cappella, sia soprattutto per i visitatori adulti. Il 60% di questi sono biglietti venduti singolarmente, il 20% riguarda i ticket per i gruppi organizzati.

«La corona ferrea, che da sempre rappresenta un simbolo di arte, fede e storia, funge da traino per il nostro complesso monumentale che, anche grazie al Museo e tesoro del duomo, rappresenta uno dei due maggiori poli d’attrattiva turistica della nostra città», aggiungono dal team del Museo.

Monza: checkup agli affreschi degli Zavattari da 500mila visitatori, il cantiere per il restauro

Il cantiere per il restauro del ciclo pittorico firmato da Franceschino Zavattari e dai figli Giovanni, Gregorio e Ambrogio era durato sei anni, dal 2009 al 2015, un anno di più di quelli impiegati dagli artisti per realizzarla, tra il 1441 e il 1446. A guidare il team di esperti e restauratori fu Anna Lucchini. Era il 23 febbraio 2009 quando la Fondazione Gaiani, custode del progetto di restauro, ha ufficializzato l’avvio del cantiere della cappella di Teodolinda, reso possibile grazie alla collaborazione con partner importanti: Regione Lombardia, la Fondazione Cariplo e il World monuments fund, la diramazione europea del World monuments fund che ha sede a New York, che da solo ha fornito un terzo dei finanziamenti, stimati all’inizio dei lavori in 3 milioni di euro.
Un intervento complesso e indispensabile, necessario per preservare la bellezza di uno dei capolavori del gotico internazionale nel nostro Paese dal degrado generato principalmente dalla tecnica pittorica mista utilizzata per rappresentare le quarantacinque scene affrescate.

Monza: checkup agli affreschi degli Zavattari da 500mila visitatori, diversi interventi di restauro

Ma a compromettere le pareti della cappella furono i diversi interventi di restauro avviati tra il XVIII e il XIX secolo, non tutti particolarmente efficaci. La poca cura della cappella, esposta nei secoli alle infiltrazioni di acqua piovana, all’umidità al fumo delle candele, ha fatto il resto.
Oggi, grazie anche all’illuminazione appositamente studiata per l’opera, i monzesi possono ammirare la stessa intensità e brillantezza dei colori che videro i concittadini di sei secoli fa.