Due mondi che all’apparenza non potrebbero essere più diversi. Eppure. Eppure il Bloom di Mezzago e il festival di Sanremo oggi sono più vicini di quanto si pensi: uno dei simboli della musica indipendente che ha fatto suonare migliaia di artisti più o meno noti da tutto il mondo e il palco dell’Ariston che da 69 anni ospita il Festival della canzone italiana.
Qualche approccio c’era stato in passato: nel 2009 in riviera erano passati gli Afterhours di Manuel Agnelli (con Il Paese è reale) che sono amici del club fin dagli esordi tanto da essere stati la sorpresa nella torta del secret show dei 25 anni. Ma oggi è diverso. Il giochino è partito dalla pagina facebook del Bloom quando il giornalista-scrittore Massimo Pirotta, tra i fondatori, ha messo in fila i nomi dei musicisti variamente legati al club e che figurano tra le presenze al festival, perché ospiti, direttori d’orchestra o arruolati al dopo festival. “Mezzago meet Sanremo?” domanda divertito Pirotta.
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E lo fa snocciolando i nomi della Resident Band del dopo Festival con Enrico Gabrielli (Calibro 35), Dellera (Afterhours), Sergio Carnevale (Bluvertigo) con Federico Poggipollini (Ligabue). E poi Beatrice Antolini che “venne a suonare a Mezzago alla Festa dell’Unità all’interno di una delle edizioni della rassegna “Canzone scritta su un muro” che ideai con l’attuale sindaco Giorgio Monti. Ma pioveva e si esibì all’interno del ristorante di Palazzo Archinti”. E il batterista Fabio Rondanini (ancora Calibro 35 e Afterhours) in gara con Daniele Silvestri, che nella sera dei duetti ospiterà Manuel Agnelli. Calibro 35 anche per Ghemon (con Diodato). È un gioco, ma anche il segno che la musica è in movimento e che anche quello che per anni è stato considerato il baluardo della musica italiana più “tradizionale” può nascondere anche un animo rock.