L’idea della precarietà, della mutazione, della scultura che contraddice il suo linguaggio che la vorrebbe fissa è racchiusa negli “Instabili malintesi” che danno titolo alla mostra di Claudio Borghi, l’artista di Barlassina protagonista della prima edizione di B@d, Brugherio Arte Diffusa inaugurata al parco Increa.
La rassegna, promossa dal Comune e curata da Matteo Galbiati con il supporto di Leo Galleries, dialogherà a distanza con la terza edizione di M@d proposta a luglio a Monza.
Claudio Borghi e l’arte diffusa a Brugherio: fino a metà ottobre, quindici opere esposte
Fino a metà ottobre il pubblico potrà ammirare quindici opere dello scultore collocate in diversi punti della città: dieci al parco Increa e le altre nel giardino di Villa Fiorita, all’ingresso del municipio, nel cortile della biblioteca e in quello della lettura, nello spazio nuovo Maria Bambina.
«La scultura nasce per stare all’esterno, negli spazi della collettività – ha spiegato Galbiati, in occasione della presentazione della mostra – abbiamo scelto luoghi frequentati da un pubblico eterogeneo che nel parco potrà abbracciare con un solo sguardo le opere che, insieme, raccontano un percorso nel suo divenire».
Le sculture di Borghi, realizzate in acciaio corten, mutano continuamente colore in virtù del processo di ossidazione che non si arresta: «È uno dei loro paradossi – ha commentato Galbiati – pur essendo di metallo sono vive, cambiano, crescono. Il lavoro di Borghi non è fatto di geometrie definite: la presenza del conflitto tra natura e artificio, tra equilibrio e disequilibrio, tra ombra e luce rappresenta la scultura contemporanea capace di guardare al passato senza esserne vincolata».
Claudio Borghi e l’arte diffusa a Brugherio: la fatica e l’atto creativo
«L’artista è presuntuoso – ha notato Borghi – vuole dire tutto in una immagine: è impossibile che ci riesca, ma a volte arriva ad alludere» e ad avvicinarsi al suo obiettivo. Dalle sculture, ha aggiunto, traspare la fatica dell’autore il cui risultato non è scontato fin dall’inizio. L’atto creativo, ha raccontato con una metafora, assomiglia a quel che accade in una betoniera che con il movimento trasforma l’acqua, la sabbia e il cemento in un materiale differente che non viene rovinato dall’infiltrazione casuale di qualche filo d’erba o di pezzi di carta.
«È quel che avviene con la scultura – ha constatato poi – l’importante è il movimento composto dal pieno e dal vuoto» e allora il «malinteso non è un errore, ma è qualcosa che permette di guadagnare tempo».
Claudio Borghi e l’arte diffusa a Brugherio: le opere
B@d propone opere scolpite da Borghi a partire dal 2001: al parco Increa si possono ammirare Grande porta, Grande cavallo di Frisia, Totem, Porta dei giganti, Lune, Frontone, Tre, Irminsul, Irminsul Trees, Nomeleh 2 mentre in centro città si trovano Grande pioggia, Cavalli di Frisia, Pasada, Sequenza, Zetetica di un bosco.
Claudio Borghi e l’arte diffusa a Brugherio: iniziative
A settembre il Comune organizzerà alcune visite guidate e presenterà la monografia con testi critici di Matteo Galbiati e i contributi degli studenti dell’Accademia di belle arti di Brescia Santa Giulia.