Addio a Pier Luigi Sangalli, il papà di Geppo e Braccio di Ferro

È morto a 86 anni un protagonista del mondo dei fumetti in Italia: sua la firma anche su Felix, Topo Gigio e Superboy. I funerali sabato a Villasanta.
Braccio di Ferro di Pierluigi Sangalli
Braccio di Ferro di Pierluigi Sangalli

Una vita per le matite, iniziata sui banchi di scuola, quando ritraeva i suoi compagni di classe. Poi non ha più smesso ed è diventato uno dei protagonisti del fumetto italiano. Il mondo del fumetto che deve dire addio a Pier Luigi Sangalli, papà di Braccio di Ferro e di tanti altri personaggi che hanno costellato l’immaginazione di generazioni di italiani: è mancato giovedì 13 marzo, all’età di 86 anni.

Geppo di Pierluigi Sangalli
Geppo di Pierluigi Sangalli

Viveva a Villasanta ed era nato a Monza nel mese di novembre del 1938. Come ricorda la brianzola Fondazione Fossati, che gestisce lo spazio Wow di Milano (Museo del fumetto) intorno al 1954 aveva iniziato a fare le caricature di amici e insegnanti, sui banchi che gli avrebbero garantito un diploma da perito commerciale. Ma non era quella la sua strada, almeno quella che sognava: e infatti subito dopo l’attestato, nel 1958, ha iniziato a collaborare con la testata Soldino delle edizioni Il Ponte fondate da Renato Bianconi e inizia a disegnare personaggi come Blick e BlockDevy CrockPignattaGiannina Calamity e il celebre Geppo, di cui scrive anche le sceneggiature: è il diavoletto tale per disgrazia, perché cade dal cielo svenuto alla rivolta di Satana, i cui tentativi di “diavolerie” si trasformano in buone azioni. Geppo diventa poi una testata a se stante nel 1960, con Alberico Motta, e nascono così il serpente SalvatoreBelzebùil gatto Caligola “e personaggi per le storie di complemento come ZurlinoMarinettoSuperboyMerlotto, il prof. RotellaAl GallinaBacicciaTrachea e Dormy West“, scrive la Fondazione presieduta da Luigi Bona.

Addio a Pierluigi Sangalli: i funerali sabato a Villasanta

Nel 1963 inizia l’avventura della produzione delle storie di Braccio di Ferro, che si concluderà soltanto nel 1998, in cui Pier Luigi Sangalli è stato disegnatore imprescindibile: a mandarle in edicola un’altra sigla editoriale di Bianconi, la Gem, cioè Grafica editoriale Metro: lì il villasantese disegna anche tutte le copertine. Tra gli altri personaggi passati dalle sue matite, Provolino, FelixPinocchioChico e Saruzzo. Tra il 1993 e il 1997 produce anche le storie di Topo Gigio per FPM Editore.

“Il mondo del fumetto italiano perde un grande autore – ha scritto la pagina My Comics news – che ha contribuito in maniera copiosa a segnare un’epoca d’oro (fu attivo dagli anni 50 ai 90 del secolo scorso): Felix, Trottolino, Nonna Abelarda, Mago Merlotto e tanti altri piangono dal loro fantastico mondo la sua scomparsa”. I funerali saranno celebrati sabato 15 marzo alle 15.30 nella chiesa parrocchiale di Sant’Anastasia a Villasanta.

“Pier Luigi Sangalli fa parte, senza il minimo dubbio, della Grande Storia del Fumetto italiano – ha scritto Antonio Marangi sulla testa online Sbam! che nel 2021 aveva curato per Salani il volume Il meglio di Braccio di Ferro (372 pagine, brossura, Nuvole Salani, 16,90 euro) -. Con le sue storie, le sue decine di migliaia di tavole, le centinaia di copertine per altrettanti albi a fumetti che invasero per decenni le edicole italiane, ha colorato l’infanzia di intere generazioni, tra GeppoBraccio di Ferro e tantissimi altri personaggi. Fin qui l’artista. Ma oggi, nel triste giorno della sua scomparsa, vogliamo ripensare a lui, a Pier Luigi, una persona gentile e disponibile, una miniera di aneddoti e racconti, un uomo con negli occhi un perenne entusiasmo nel parlare dei suoi personaggi, nello scambiarsi battute con i colleghi di una vita, il compianto Alberico Motta e il nostro carissimo Sandro Dossi”.

Addio a Pierluigi Sangalli: la nostra intervista del 2006

Pier Luigi Sangalli
Pier Luigi Sangalli

«Mi ero diplomato da poco in ragioneria al Mosè Bianchi di Monza, la mia città natale aveva raccontato nel 2006 al Cittadino, in una intervista a firma di Valeria Pinoia – Ma il primo impiego da ragioniere è durato un giorno solo. Ero alla Warner Bros di Milano e dovevo tenere il conto delle pellicole in uscita. Ho capito subito che non era il mio mestiere. Il disegno, invece, mi appassionava fin dai tempi della scuola, quando realizzavo le caricature dei miei compagni di classe che le conservano tuttora. Ho chiesto aiuto a un mio amico che lavorava nel settore, per la casa editrice Dardo. Mi ha insegnato le prime tecniche, perché disegnare una striscia non è così semplice come sembra. Poi mi ha aiutato a realizzarne qualcuna e, con la cartelletta sotto il braccio, siamo andati a bussare a tutti gli editori di fumetti di Milano». Da lì appuntato a Renato Bianconi. «Ho iniziato con le storie del pirata Scopone e dei topini Blick e Block, poi mi sono dedicato intensamente al diavolo Geppo, il “buon diavolo” con i mutandoni
a strisce creato nel 1953 da Giulio Chierchini e ripreso in seguito da Gian Battista Carpi. Le storie erano pubblicate sul mensile Soldino, ma presto il personaggio è cresciuto e gli è stata dedicata una testata» aveva aggiunto prima di raccontare del marinaio con il superpotere degli spinaci.

«Avevo insistito molto perché l’editore comprasse i diritti di Braccio di Ferro. In effetti la versione americana per adulti non era mai piaciuta in Italia. Ci aveva provato la rivista Epoca a pubblicarlo sul modello americano e poi un editore romano intorno al ’57. Ma fu un flop. La Bianconi iniziò a pubblicarlo nel ’62 e io mi occupai direttamente della “traduzione” in chiave italiana. Fu un successo». Per la grafica più morbida, aveva aggiunto, e perché pensato per ragazzi. «Nonno Trinchetto (papà di Braccio di ferro), per esempio, in Usa era un personaggio un po’ fosco». In Italia, invece, un anziano un po’ alticcio ma semplice. «Io ho disegnato Topo Gigio fino al 2001 e poi ho smesso – aveva raccontato allora – dopo aver creato circa 60mila pagine di fumetti in 40 anni. Ora mi dedico ai nipoti e mi diverto a creare qualche striscia per loro».

L'autore

Libri, arte, gatti e sì, tanta (spesso troppa) cucina. Non solo quella redazionale. Tutto il resto è cronaca. Giornalista professionista, redattore, alla soglia dei trent’anni di Cittadino, ma solo perché ho iniziato giovanissimo. Con più di 125 anni di storia di Monza e Brianza da tramandare.