Paleontologia: quando lo Spinosauro preferì la vita di marte

Un nuovo studio sulla rivista Nature con l’apporto del paleontologo Cristiano Dal Sasso verifica l’evoluzione anfibia e acquatica dello Spinosauro, già intuita nel 2020.
Ossa dense e più compatte che in ogni altro dinosauro permettevano agli spinosauri di immergersi nei fiumi per cacciare sottacqua le loro prede
Ossa dense e più compatte che in ogni altro dinosauro permettevano agli spinosauri di immergersi nei fiumi per cacciare sottacqua le loro prede © Illustrazione di Davide Bonadonna per l’articolo “Subaqueous foraging among carnivorous dinosaurs”, pubblicato su Nature.

L’intuizione risale a due anni fa, aprile 2020, quando le ossa di uno Spinosaurus aegyptiacus trovate in Marocco ed estratte nei cinque anni precedenti avevano segnalato un “esperimento evolutivo unico”, come era stato definito allora: si trattava di un animale che era diventato acquatico. A distanza di due anni, nuove conferme, che ancora una volta vedono nel team di studio il fondamentale apporto degli scienziati italiani e tra loro Cristiano Dal Sasso, concorezzese, ex liceale dello Zucchi di Monza, dal 1991 paleontologo del Museo di storia naturale di Milano.

Paleontologia: quando lo Spinosauro preferì la vita di marte
Tra gli spinosauridi, in base alla densità delle ossa il genere Spinosaurus risulta quello più adatto ad immergersi in acqua, ma Baryonyx sembra già ben predisposto, nonostante abbia uno scheletro ancora poco modificato per il nuoto© Marco Auditore per Nature

Lo studio è stato pubblicato mercoledì 23 marzo da Nature, una delle più importanti riviste scientifiche al mondo e dice che tutti gli spinosauri erano dinosauri acquatici: a dimostrarlo è la densità delle ossa, “tra le più dense e compatte di tutto il regno animale. Una zavorra naturale, che consentiva facili immersioni e dunque indica che questi dinosauri, ben diversamente dagli altri, avevano uno stile di vita prevalentemente acquatico”. «Ce ne siamo accorti per la prima volta osservando uno spinosauro ormai famoso. Estraendo le sue ossa dalle sabbie del Sahara, in Marocco, avevo notato che all’interno erano compatte, senza cavità. Ma ora abbiamo conferma dai confronti fatti con centinaia di animali estinti e viventi» ha aggiunto Cristiano Dal Sasso, che, tra gli italiani, ha lavorato alla ricerca con Matteo Fabbri (Field Museum di Chicago), Simone Maganuco e Marco Auditore (collaboratori del Museo di Milano) e Gabriele Bindellini (Università degli Studi di Milano).

Paleontologia: quando lo Spinosauro preferì la vita di marte
Tra gli spinosauridi, in base alla densità delle ossa il genere Spinosaurus risulta quello più adatto ad immergersi in acqua, ma Baryonyx sembra già ben predisposto, nonostante abbia uno scheletro ancora poco modificato per il nuoto© Marco Auditore per Nature

LEGGI la prima scoperta sullo Spinosauro

Paleontologia: quando lo Spinosauro preferì la vita di marte
Tra gli spinosauridi, in base alla densità delle ossa il genere Spinosaurus risulta quello più adatto ad immergersi in acqua, ma Baryonyx sembra già ben predisposto, nonostante abbia uno scheletro ancora poco modificato per il nuoto© Marco Auditore per Nature

“Lo studio si è svolto nei laboratori e nelle collezioni dei musei naturalistici di mezzo mondo, sezionando e osservando al microscopio le ossa di rettili, mammiferi e uccelli, sia fossili che attuali – spiega il Museo di storia naturale -. Così si è scoperto che maggiore è la densità del tessuto osseo, più un animale è adattato a vivere e nutrirsi in acqua. Ai due estremi ci sono i rettili volanti (pterosauri) insieme agli uccelli, che possiedono ossa cave e leggerissime per volare, e gli spinosauri, che insieme a molti rettili marini, cetacei e ippopotami hanno ossa quasi piene, con una cavità midollare strettissima o addirittura assente. Anche se i loro corpi sono di forma molto diversa e non per forza idrodinamica”. Densità maggiore delle ossa è stata individuata anche in Baryonix, un altro dinosauro della stessa famiglia, «suggerendo che Spinosaurus e Baryonyx cacciavano le prede soprattutto in acqua, mentre Suchomimus stava più a terra» ha detto Matteo Fabbri, primo autore dell’articolo di Nature.

In altre parole, aggiunge Simone Maganuco, «l’aver trovato ossa compatte anche in Baryonyx, che a differenza di Spinosaurus non aveva ancora evoluto particolari caratteristiche fisiche per il nuoto, è stata la prova che l’acquisizione di uno scheletro più denso ha rappresentato il primo passo per la conquista dell’acqua, anche nei dinosauri», indicando che l’adattamento alla vita anfibia si è sviluppato all’inizio del Cretaceo, tra 145 e 100 milioni di anni fa, «differenziandoli dai grandi dinosauri carnivori terrestri già nel Giurassico» ha concluso Gabriele Bindellini, sviluppando tra l’altro una coda a nastro che era una pinna.