Mosè Bianchi si riprende la sua Monza e i Musei civici, 30 anni dopo

VIDEO - Una retrospettiva a Monza per raccontare il ritorno nella città natale di Mosè Bianchi con una mostra ai Musei civici, a 30 anni di distanza dall’esposizione del 1987: il Cittadino è media partner. Con il coupon sul giornale in edicola sconto all’ingresso.
Piazza delle Erbe di Mosè Bianchi (particolare)
Piazza delle Erbe di Mosè Bianchi (particolare)

Sono passati trent’anni esatti dall’ultima volta: era il mese di maggio del 1987 e chiudeva, alla Villa reale, la mostra “Mosè Bianchi e il suo tempo 1840-1904”, il primo, grande tentativo di accendere i riflettori sulle collezioni civiche di Monza a tre anni di distanza dalla chiusura – per usura e incuria – della pinacoteca di Monza nell’ala nord della reggia.

Tre decenni dopo il più importante e conosciuto artista monzese degli ultimi tre secoli si riprende la città da protagonista: “Mosè Bianchi. Ritorno a Monza” apre sabato 6 maggio alle 18 (ingresso gratuito) per poi proseguire da domenica 7 maggio a domenica 3 settembre ai Musei civici – Casa degli Umiliati di via Teodolinda 4.
Il Cittadino è media partner della mostra che restituisce alla città il suo più grande maestro e offre ai lettori un ingresso scontato presentando il coupon pubblicato sul giornale del 4 maggio. La mostra organizzata dai Musei è sostenuta dal contributo di Regione Lombardia, Camera di commercio ed è a cura di Dario Porta, conservatore dei Musei stessi, con il supporto organizzativo di Francesca Milazzo, Elisabetta Tiberi, Giorgio Pullano, Daniela Gentile, Cristina Biella.

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Negli spazi di via Teodolinda saranno concentrate 38 opere e studi dell’artista nato a Monza il 13 ottobre del 1840 provenienti dalle raccolte civiche monzesi e dalla Gam, la Galleria d’arte moderna di via Palestro a Milano. Ci sono almeno due poli di interesse fuori dal comune, per chi già crede di averne visto abbastanza. Primo, le tele e le carte della Gam sono quelle che la galleria stessa aveva deciso di affidare alla pinacoteca di Monza dopo la nuova mostra dedicata a Bianchi nel 1954, in occasione di un progetto realizzato per il mezzo secolo della scomparsa dell’artista (15 marzo 1904). Erano lavori “in gran parte facenti parte del lascito dei ticinesi fratelli Bernasconi” scrive il conservatore e curatore della mostra Dario Porta, che “terminata la mostra resteranno alla pinacoteca civica quale deposito temporaneo e vi rimarranno fino al 1994, quando, come conseguenza delle travagliate vicende della pinacoteca, allora già chiusa da quasi un decennio a causa delle pessime condizioni degli ambienti dove era alloggiata, nell’ala nord della Villa reale di Monza, rientreranno nei depositi del museo milanese”.

Sono 29 opere che comprendono, tra l’altro, la “Cleopatra” del 1872, il “Ritratto di Pompeo Mariani fanciullo” (1870), “Lezione di pittura” (1872), “Cucina brianzola”, “Lavandaie (1890), “Fondamenta a Chioggia” (1879) tra le opere a olio su tela e compensato, ma ci sono anche pastelli, tempere, acquarelli. Una parte delle opere della Gam, nel 2016, sono diventate una retrospettiva sulla Milano di Mosè Bianchi ospitata dalla Gam stessa.

Oltre ai lavori di proprietà della Gam spariti da Monza quando la Galleria stessa ha capito (vent’anni fa) che non c’era modo di augurarsi in tempo brevi la riapertura della pinacoteca, ci sono i lavori ospitati dai Musei in modo permanente e quelli presenti nei depositi. Tra loro anche cinque dipinti che fanno parte di un giallo: i Musei nel 1987 hanno acquistato sul mercato londinese, in un’asta di Christie’s, diverse opere del maestro monzese. Non tutte, però, arrivano in città. Ci volle una causa contro la casa d’asta per farsi rimborsare le opere scomparse e date per disperse, ma alla fine a Monza sono arrivate “ Scena di vita milanese: il curato” (1885, olio su tavola, cm 30 x 20), “Volto di donna” (studio, olio su cartone pressato, cm 18x 14), “Chioggia” (studio, olio su tavola, cm 12x 20), “Ricordo di Venezia” (studio, olio su tavola, cm 15 x 23), “La Signora di Monza” (1896, acquarello su carta, cm 36 x 25), tutte inedite per il pubblico tranne l’ultima, esposta nella mostra “La Monaca di Monza” di recente al Serrone.

A loro si aggiunge il “Ritratto del parroco Gian Andrea Nova” (un olio su tela di cm 100 x 83) di proprietà della parrocchia di San Bartolomeo a Brugherio “fortunosamente rinvenuto in un locale attiguo alla sacrestia della parrocchiale. Dipinto firmato, l’opera è stata riconosciuta in base ad alcune evidenze documentali e stilistiche”.

«La mostra intende rinnovare il legame della città con il suo celebre pittore riproponendo, in primis ai monzesi, nel nuovo plesso museale di Casa degli Umiliati dove hanno trovato sede i nuovi Musei civici e dove sono già presentate alcune significative opere di Mosè Bianchi, il corpus di opere appartenenti alla Galleria d’Arte Moderna di Milano, che per quattro decenni ha convissuto con le opere esposte negli ambienti dei Musei, nell’ala nord della Villa reale di Monza» scrive Dario Porta: un «vero e proprio ricongiungimento» che permette a Monza e alla Brianza di ritrovare il suo scapigliato per caso, anche con le opere già presenti ai Musei (i cartoni per gli affreschi della saletta reale della stazione e altri oli), e di rimandare alla scultura dell’artista in piazza San Pietro Martire, realizzata rifacendosi al bozzetto in bronzo di Luigi Secchi, o alla “Comunione di San Luigi Gonzaga” nella chiesa di Sant’Albino.

Mosè Bianchi. Ritorno a Monza
Musei civici – Via Teodolinda 4, Monza
Ingresso a pagamento incluso nel biglietto d’ingresso al museo.

Orari: mercoledì,venerdì, sabato e domenica 10-13/15-18, giovedì 15-18. Chiuso lunedì e martedì.

Biglietti
: la mostra è inserita nel percorso di visita del museo
(intero 6 euro, ridotto 4), è valida la Musei card Lombardia.
Oltre alle esenzioni, sconto speciale per i lettori del Cittadino con il coupon sul giornale in edicola.